Superbike
Perchè Chaz Davies non vince più? Colpa di Lorenzo
Chaz Davies si era reso protagonista di un finale da sogno. Tutti si aspettavano un 2017 da leader e invece…Troppi investimenti in MotoGP e pochi in SBK per Ducati?
Chaz Davies è l’unico pilota che sia riuscito a portare la Ducati Panigale alla vittoria in SBK. L’ha fatto nel 2015 ed è tuttora l’unico pilota che sia stato in grado di portare la moto made in Borgo Panigale sul primo gradino del podio. Dopo aver raccolto 5 vittorie di manche nel 2015, è stato nel 2016 che il binomio ha fatto un ulteriore step in avanti, consentendo a Chaz Davies di mettere assieme la bellezza di 11 vittorie di tappa, di cui 6 raccolte nelle ultime tre tappe della stagione. Jonathan Rea aveva già preso il volo in campionato, ma la superiorità messa in mostra da Davies in sella alla Panigale è stata in alcune circostanze imbarazzante.
Alle porte della stagione 2017, erano tutti certi di poter assistere al tanto atteso confronto alla pari tra i due britannici, ma le cose stanno andando diversamente. La Panigale aveva compiuto nel corso della stagione scorsa un passo avanti evidente, riuscendo a colmare gran parte del gap motoristico nei confronti della Kawasaki e permettendo spesso a Davies e Giugliano di segnare velocità massime da riferimento. Eppure lo sviluppo non è andato avanti, o almeno non l’ha fatto tenendo lo stesso passo della Kawasaki. Perchè se è vero che la Kawasaki nel finale di stagione scorso era allo stesso livello della Ducati, è altrettanto vero che allo stato attuale la Ninja sembra di un altro pianeta. Il nuovo modello omologato durante l’inverno ha permesso a Rea e Sykes di fare un passo in avanti che vale il doppio di quanto siano riusciti a fare in Ducati.
Jonathan Rea mette in mostra una simbiosi con la Ninja quasi impressionante, ed è indubbio che la superiorità di questo binomio stia letteralmente uccidendo il campionato. La sua calma olimpica è stata palesata in tutta la sua granitica incrollabilità nel parco chiuso delle qualifiche di Assen, quando Chaz Davies è intervenuto a muso duro sul suo comportamento in pista che l’avrebbe danneggiato. Rea si è limitato ad allargare le braccia e recitare la parte del bravo ragazzo incolpevole, ben consapevole di avere torto marcio ma altrettanto sicuro di non dover temere nulla. La penalizzazione è arrivata, eppure la cosa non ha minimamente danneggiato il campione del mondo.
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Ma da cosa deriva questa netta superiorità di Rea e della Kawasaki? In realtà, la Kawasaki è l’unica Casa che si impegna al top esclusivamente in SBK, ed i risultati si vedono. Il nostro grande amico Oscar Rumi ha riportato sulla sua pagina Facebook un pensiero assolutamente condivisibile: «Oggi ci troviamo la sola Kawasaki (che ha capito che si vince se si è i soli ad investire in un campionato) e la Ducati . Gli altri credo stiano facendo finta, mi pare quasi ci prendano in giro». Parole scritte da chi di corse e di moto ne capisce, e pure tanto.
La Ducati ha sempre avuto a cuore la SBK, eppure c’è un precedente che fa riflettere. Nel 2010, quando si annunciò l’ingaggio di Valentino Rossi in MotoGP, arrivò anche un altro annuncio da parte di Borgo Panigale. L’impegno in MotoGP avrebbe assorbito così tante risorse da rendere impossibile schierare una squadra ufficiale nel campionato SBK 2011. La gestione della 1198 fu dunque affidata per i due anni successivi al Team Althea di Genesio Bevilacqua. La moto era all’apice dello sviluppo e Carlos Checa riuscì a portarla alla vittoria nel mondiale 2011 battendo Max Biaggi e tutti gli altri rivali con una stagione da incorniciare. Ducati è tornata ad impegnarsi ufficialmente in SBK nel 2014, dopo la purtroppo fallimentare gestione del Team Alstare del 2013, quando fu portata al debutto la Panigale sbagliando completamente lo sviluppo.
Forse oggi la situazione può ricordare in parte quello che accadde all’epoca. Dopo il dominio di fine stagione 2016, la Ducati potrebbe aver tirato i remi in barca per lo sviluppo della SBK, dovendo investire tantissimo sulla MotoGP. La Desmosedici aveva infatti bisogno di crescere, di recuperare il vantaggio perso con l’abolizione delle alette e l’arrivo di un grande campione come Lorenzo ha obbligato ad un lavoro extra per consegnargli una moto al top. Le prestazioni della Panigale e di Chaz Davies di fine 2016 potrebbero aver tratto in inganno la Ducati, facendo credere di poter ripetere durante questa stagione quel filotto incredibile di successi. Jonathan Rea e soprattutto la Kawasaki non sono stati per niente d’accordo, ed hanno spinto il limite talmente in alto da spostare qualsiasi riferimento.
Quindi è possibile che lo sviluppo della Panigale sia stato in parte “rallentato” dalle ambizioni in MotoGP, e che la grande scia di vittorie del 2016 abbia in qualche modo illuso oltre il dovuto riguardo il potenziale del binomio con Chaz Davies. Un binomio che è senza dubbio ipercompetitivo, ma che evidentemente ha ancora bisogno di essere supportato con determinazione da parte di Borgo Panigale. In Ducati hanno sempre detto che la SBK è il cuore e la storia del Marchio, ma che la MotoGP costituisce un richiamo irrinunciabile. Dobbiamo anche ricordare che alle porte c’è il debutto della tanto attesa sportiva V4 di prossima generazione, l’erede della attuale Panigale di cui ha parlato apertamente Domenicali, ed è logico che lo sviluppo del bicilindrico non sia più il target primario. Tuttavia speriamo che lo sviluppo necessario per far crescere la Desmosedici non sia stato anche finanziato da qualche taglio al budget per far crescere la Panigale. Non ce ne voglia Jorge Lorenzo, ma sembra davvero che potrebbe essere proprio lui la principale causa delle mancate vittorie di Davies in SBK. Paradossale, ma vero.