8 ore di suzuka 2017 test nakagami takahashi
L’annuncio, registratosi lo scorso 20 dicembre, del ritorno in forma ufficiale e diretta di HRC al via della 8 ore di Suzuka 2018 ha fatto il giro del mondo. A distanza di 10 anni dall’ultima (trionfale) partecipazione ‘Factory’ alla gara-delle-gare del 2008, la casa dell’ala dorata ha preso la decisione di presenziare, in veste ufficiale, con il proprio Team HRC alla corsa che chiuderà la stagione 2017/2018 del Mondiale Endurance FIM EWC, con un solo intento: tornare sul gradino più alto del podio.
La vittoria, che per Honda manca dal 2014 con il team HARC-PRO (equipaggio formato da Takumi Takahashi, Leon Haslam e Michael van der Mark), sta diventando un’ossessione tra i vertici di Honda Racing Corporation, specie considerato un triennio disastroso sotto il profilo dei risultati conseguiti sul tracciato dell’ottovolante. Memorandum: nel 2015 lo spaventoso volo (con divorzio al seguito…) di Casey Stoner all’Hairpin per il ben noto problema al cavo dell’acceleratore, nell’edizione 2016 un problema al propulsore della Fireblade di punta gestita da HARC-PRO, lo scorso anno da salvare il terzo posto di F.C.C. TSR Honda, ma con lo squadrone HARC-PRO giù dal podio per una scivolata di Takaaki Nakagami ed una svariata serie di problematiche registratesi in seguito.
Il piatto piange in casa Honda ed è per questo che il Presidentissimo Yoshishige Nomura in persona ha voluto il ritorno del Team HRC alla 8 ore di Suzuka. Un comeback destinato a durare nel tempo e, negli intenti, a scrivere nuove, memorabili pagine di storia, impreziosendo un palmares finora comprensivo di 27 vittorie alla 8 ore in 40 edizioni, 15 con un proprio team «Made in Asaka Center».
Per questo proposito il Team HRC potrà contare su una CBR 1000RR Fireblade SP2 ulteriormente sviluppata e che sarà condotta da Takumi Takahashi, da anni tester Honda MotoGP, tre vittorie (2010, 2013, 2014) con HARC-PRO alla 8 ore e Campione All Japan Superbike in carica. Con il #1 sul cupolino, schierato proprio dal Team HRC, darà nuovamente l’assalto al titolo nazionale JSB1000, mentre alla 8 ore sarà presumibilmente affiancato da Takaaki Nakagami e, l’auspicio dei vertici HRC, da un altro pilota Honda MotoGP. In attesa di conoscere la line-up del Team HRC, resta una… formalità da sbrigare. Paradosso dell’evento, ad oggi la squadra ufficiale Honda non è.. qualificata per la 8 ore! Conseguenza dei nuovi criteri di selezione, adottati dal promoter nell’ultimo biennio visto e considerato l’elevato numero di richieste d’iscrizione pervenute e con soltanto 70 posti a disposizione.
Il Team HRC dovrà pertanto qualificarsi, nello specifico ottenere risultati di rilievo, nelle gare appartenenti ai cosiddetti «Suzuka Try Out» costituiti da 6 distinte «fasi». La prima ammette di diritto al via della 8 ore i team iscritti in forma permanente al Mondiale Endurance (19 nella top class EWC per la stagione 2017/2018), la seconda assegna 22 posti in base ai risultati espressi dall’edizione 2017 della 8 ore di Suzuka. Per il Team HRC restano altre quattro possibilità per ottenere il definitivo lasciapassare per presenziare all’evento: far risultato alla 200km di Suzuka o la 120 miglia di Sugo, due gare appartenenti al calendario dell’All Japan Superbike, in alternativa correre e ben figurare alla Suzuka Sunday Road Race, corsa di connotazione «amatoriale» istituita proprio lo scorso anno per completare il prolungato processo di selezione in vista della 8 ore.
Nella (remota…) eventualità che il buon Takumi Takahashi con il Team HRC non riesca a portare a termine nessuna delle tre gare sopra menzionate, il comitato di selezione si riserva in ultimo grado la facoltà di accettare la richiesta d’iscrizione pervenuta. Di fatto soltanto una formalità, ma come si suol dire «mai dire mai», con un precedente in tal proposito: Moriwaki, tornata lo scorso anno alla 8 ore a distanza di 9 anni dall’ultima partecipazione risalente all’edizione 2008, si ritrovò costretta a presenziare alla Suzuka Sunday Road Race con entrambi i piloti (Ryuichi Kiyonari e Yuki Takahashi) per guadagnarsi il definito via libera. Anche perché, in puro spirito All Japan, c’è in ballo un discorso d’onore: il lasciapassare per la 8 ore bisogna ottenerlo sul campo…
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