MotoGP

Aerodinamica Ducati: la MotoGP è il posto giusto per rompere la tradizione

La grande rivoluzione aerodinamica Ducati in MotoGP sta modificando l’aspetto delle moto. Il campionato prototipi è il posto giusto per cambiare le carte in tavola

La seconda serata di test in Qatar ha scatenato la curiosità di tutto il paddock per la configurazione decisamente particolare del cupolino superiore delle Ducati Desmosedici GP17. La nuova aerodinamica Ducati prevede al posto delle famigerate e poi vietate alette,  due grossi convogliatori di aria che hanno lo stesso effetto deportante senza creare appendici esterne pericolose e taglienti. Questa scelta tecnica mai vista prima ha scatenato una serie di commenti equamente divisi tra favorevoli e assolutamente contrari a questa soluzione che cambia radicalmente l’aspetto estetico del frontale e del profilo della moto rimasto fedele a se stesso per oltre 70 anni. Questa ardita soluzione estetica trae le sue origini dalla necessità di trovare subito una valida alternativa alle famigerate ali deportanti applicate per la prima volta proprio dalla Ducati e poi adottate da tutti gli altri dopo aver riscontrato i risultati positivi in termini di prestazioni generali.

La Casa di Borgo Panigale è stata la prima a cercare valide soluzioni aerodinamiche per un veicolo a due ruote che viaggia a 350 Km/h. Chiunque guidi una normale SuperSport 1000 prova spesso le tremende sollecitazioni a cui siamo sottoposti alla soglia dei 300 Kmh che ormai tutte le moto di serie raggiungono. Non ci immaginiamo cosa significhi passare di oltre 50 Kmh questo limite pazzesco. Secondo me se fossero SBK dove la familiarità con i modelli di serie deve essere stretta, si potrebbe esprimere qualche perplessità o critica ma parlando di MotoGP dove tutto in teoria dovrebbe essere libero, allora non vedo come porre limiti alla fantasia, alla ricerca e allo sviluppo.

Già in questa MotoGP esistono troppe limitazioni dove i motori sono addirittura contingentati, le gomme sono uguali per tutti e ormai esistono pochi spazi per gli ingegneri che vogliono tentare nuove strade e nuove soluzioni. Almeno l’aerodinamica del veicolo che possa esprimere la fantasia e l’ingegno dei vari reparti corse impegnati in MotoGP. E se si teme che questo percorso vada davvero a snaturare le linee tradizionali di una moto avvicinando le future MotoGP ad astronavi o missili allora valutiamo attentamente come limitare una velocità così pazzesca data da potenze che ormai raggiungono picchi di oltre 270HP.

Ma l’aerodinamica Ducati è solo il risultato di un regolamento che vuole tutte le moto da competizione a 4 tempi e di mille cc. Se pensiamo che i 200 HP sono l’incredibile tetto che hanno ormai tutte le moto supersportive che escono dal concessionario di serie. Quindi SuperStock da 230 HP e 300 Km/h, le SBK da 250 HP e 310 Km/h e MotoGP da 270HP e 350 Km/h. E in tutte queste categorie per poter gestire queste potenze pazzesche diventa assolutamente protagonista la famigerata elettronica che deve ammorbidire, dimezzare e tagliare questo numero esagerato di cavalli negando ai piloti la possibilità di mostrare appieno il loro coraggio e le loro reali capacità. Quindi fino a quando avremo MotoGP da 350 Km/h ben vengano soluzioni aerodinamiche e meccaniche ardite e originali anche se molto diverse dalla tradizione.

Giovanni Di Pillo

Giornalista e telecronista sportivo, grande appassionato di moto, ha avuto importanti esperienze televisive a TMC/La7. Dal 2013 è tornato a commentare la SBK per Eurosport.

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