Aerodinamica in MotoGP: un brutto problema! - Motori News 24
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Aerodinamica in MotoGP: un brutto problema!

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Lo sviluppo dell’aerodinamica in MotoGP sta rendendo brutti i prototipi della Top Class del mondiale

Velocità o eleganza? Innovazione o stile? Marquez o Rossi?

Sono tutte domande lecite se l’argomento è la MotoGP, ma nessuna di queste è stata il vero leit motiv della stagione. La vera domanda che lo scorso anno ha animato il paddock è stata: alette o non alette?
Dalla prima all’ultima gara non si è parlato d’altro. C’era chi le bocciava in partenza per il loro essere antiestetiche in un ambiente dove anche la linea della carena ha il suo fascino e la sua innegabile importanza.

Chi al contrario ci vedeva un guizzo innovativo interessante e utile per ottenere prestazioni sempre migliori. C’è stato poi chi le considerava pericolose nelle bagarre o in alcuni tracciati ed anche  chi ha accusato la Ducati di aver vinto solo per questo espediente.
Insomma ognuno ha detto la sua, spesso cambiando idea in corsa a seconda del risultato della domenica.

Ma alla fine gli schieramenti hanno portato ad una decisione definitiva da parte della Dorna: le alette sono bandite. Fine della discussione, si potrebbe pensare. Si torna alle care vecchie moto pulite e dall’aspetto conosciuto ma non è così semplice perché il regolamento ha delle lacune che di sicuro le Case produttrici cercheranno di sfruttare a proprio vantaggio, come abbiamo visto durante i test, dando vita a nuove domande esistenziali per il 2017.

Le alette erano brutte esteticamente, andavano ad appesantire le livree cambiandone l’aspetto e facendo perdere alle moto un po’ della loro naturale eleganza e bellezza ma hanno portato dei miglioramenti interessanti per le prestazioni, anche per chi le ha tanto bistrattate perché alla fine sono state usate da tutti. Ha iniziato la Ducati grazie alla decisione dell’ingegner Dall’Igna che ha capito che l’aerodinamica sarà uno dei punti fondamentali per vincere, concetto ormai più che noto in F1 ed applicato all’ossesso.

La Rossa le ha usate, ha migliorato i suoi tempi, domando un pò il Desmo grazie ad una guida più fluida e da un avantreno meno tendente al volo. Dopo è stato il turno di Yamaha, Honda, Suzuki e Aprilia che hanno iniziato una corsa contro il tempo per raggiungere gli stessi obiettivi nel minor tempo possibile. Molto si potrebbe dire sulla funzionalità e i benefici di questa soluzione, ma il problema estetico è diventato sempre più evidente tanto da scatenare l’ironia del web in alcune circostanze.

“Componenti e forme sporgenti delle carenature come ad esempio ali, alette o alettoni che possono offrire un beneficio in termini di prestazioni non sono ammessi. La Direzione Tecnica sarà l’unica a poter giudicare se una carenatura o un particolare di essa sono in linea o meno con il regolamento”.

Questo si legge nel comunicato a seguito della decisione presa dalla GP Commission per il 2017 ma come detto in precedenza i riscontri in termini di prestazioni avuti dalle Case produttrici hanno messo in moto l’immaginazione di meccanici e tecnici, lanciati alla ricerca di espedienti utili a sfruttare la potenza del vento ed il potere dell’aerodinamica a proprio favore. Durante l’inverno si è lavorato molto nella galleria del vento e i recenti test a Sepang e Phillip Island hanno mostrato i primi risultati: le alette integrate, per riassume in breve il concetto, hanno sostituito le alette nude.

Se fino ad ora a cambiare erano i componenti esterni delle carene adesso sono proprio i profili a modificarsi…in peggio. La Yamaha è stata la prima a mostrare le novità aerodinamiche quando Valentino Rossi è sceso in pista con una “doppia carena” con un sistema interno capace di ottimizzare i flussi.

YAMAHA ROSSI

@YAMAHA RACING

Una soluzione furba anche se ancora sotto osservazione sia per quanto riguarda la legalità della soluzione che per le prestazioni garantite. Dopo è stato il turno di Suzuki e Aprilia, che hanno svelato espedienti simili. La Casa di Noale soprattutto ha creato una carena con due prese d’aria piuttosto importanti sul cupolino. In attesa di sapere se i tempi miglioreranno si può vedere che la linea della moto non ne beneficia affatto, anzi.

APRILIA ESPARGARO

@APRILIA RACING

Idem per la Suzuki, che ha perso la semplice perfezione della GSX-RR per adottare un cupolino largo che ha rovinato l’equilibrio estetico di una moto originariamente splendida.

SUZUKI IANNONE

@SUZUKI RACING

E la Ducati? La Rossa sembra essere la più penalizzata dalla scomparsa delle alette ma a Borgo Panigale si sta lavorando duramente per sopperire al problema e c’è che giura che la nuova catena sarà vincente. Per ora ci si domanda quale sia la funzione della scatola apparsa a Sepang nella zona sottostante il codino della moto.

DUCATI LORENZO

@DUCATI

Probabilmente la soluzione Ducati sarà mostrata solo in Qatar, negli ultimi test prima dell’inizio della stagione.

Chi ci perde di più di tutti in ogni caso è l’estetica. L’eleganza innata legata alla figura della moto, da sempre sinonimo di fluidità e velocità, è invece oggi appesantita e allargata. Sempre più tozza e larga invece che snella ed affusolata.

Appesantirsi per diventare più veloci, questo è il paradosso con il quale inizierà la stagione 2017 anche se, il passato lo ha dimostrato, tutto cambia per rimanere uguale a sè stesso.

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