Superbike
SBK, intervista a Davide Giugliano: «Darò tutto per onorare Hayden»
Davide Giugliano torna in gara nel mondiale Superbike: in questa intervista esclusiva ha parlato con noi di tutta l’emozione e la determinazione che c’è dietro questo rientro al Lausitzring
La SBK ritroverà al Lausitzring un protagonista delle ultime stagioni, un pilota fortissimo che non è riuscito ad esprimere al massimo il proprio talento a causa di due infortuni molto gravi subiti nella stessa stagione. Stiamo parlando di Davide Giugliano, che dopo una parentesi nel British Superbike in sella alla BMW del Team Tyco, ritroverà i vecchi rivali del mondiale SBK in Germania, correndo sulla Honda CBR che fu di Nicky Hayden. In questa intervista abbiamo parlato con Davide Giugliano di questa grande opportunità, dell’emozione del ritorno in gara nel mondiale e della volontà di confermarsi pilota da World SBK in vista del futuro.
Davide, è arrivata la conferma della tua partecipazione al round tedesco del Lausitzring in sella alla Honda CBR, ti facciamo i complimenti per questa notizia. Hai provato in Germania questa moto e sembra che ti sia piaciuta. Parlaci della CBR, di come l’hai trovata…
«Ovviamente stiamo parlando di una moto nuova, che ha delle aree dove si deve migliorare. E’ una moto che deve fare il campionato del mondo SBK, ed è normale che ci sia una strada lunga per la preparazione prima di arrivare alla perfezione, però ho trovato una moto migliore di quanto potessi aspettarmi. Di due giorni di test previsti, in realtà abbiamo potuto sfruttarne solo due mezze giornate a causa del meteo. L’elettronica ha bisogno di piccoli aggiustamenti, ma secondo me sono quelli normali di setup che variano tra un pilota e l’altro. Però è una vera SBK, quindi comunque resta una moto complessa su cui si deve lavorare abbastanza, com’è normale che sia».
Sei passato da una Panigale SBK ad una BMW allestita per il BSB. Ed ora torni su una Honda da World SBK. Pensi che questi cambiamenti continui possano averti tolto qualche riferimento?
«Ovviamente questo periodo per me è stato un po’ un casino! Passare da una moto per il mondiale a una per il British, due moto completamente differenti, e poi tornare su una SBK da mondiale, non è facile. Però posso dire che sulla BMW del British ci sono stato poco, ed ho un bagaglio di riferimenti molto importanti della stagione scorsa in SBK, che mi hanno aiutato».
Hai detto dopo il test che non sentivi la pressione di salire sulla moto di Nicky Hayden, anche perché si trattava solo di un test. Adesso si fa sul serio, si corre. Ti senti emozionato per questa cosa?
«Si, c’è una eredità e non possiamo nascondere questo, questa emozione. Nicky è stato un grandissimo campione, una persona solare ed aperta. Quello che posso dire, è che cercherò con tutte le mie forze, con tutto quello che ho dentro, di portare avanti il lavoro iniziato da Nicky con questa moto».
Siamo rimasti stupiti di scoprire che la conferma riguarda una sola tappa del mondiale per adesso. Pensi che ci siano possibilità di finire il campionato con la Honda CBR del Ten Kate?
«Per me è in ogni caso una chance, io in questo momento ero a casa a tentare di recuperare la condizione fisica al 100% dopo l’infortunio. Mi serviva tempo per rimettere a posto il mio fisico, che per me è la cosa più importante. Adesso sono pronto, e già da un po’ mi sto allenando al massimo. Honda è un’azienda molto grande, che quando fa un passo lo pondera molto bene. Quindi penso che questa decisione sia un fatto naturale, che sia giusto così insomma».
Sappiamo che il Lausitzring non è proprio la tua pista preferita nel campionato mondiale SBK. Forse sarebbe stato meglio fare questo esordio su un’altra pista?
«Ma il fatto è che la pista come conformazione mi piace anche, è un bel tracciato. L’unico problema è che c’è una grande presenza di buche sull’asfalto, e per chi ha uno stile come il mio questo è un problema. Io faccio scorrere molto la moto a centro curva, e quando trovi una buca in traiettoria non è il massimo. Ma non sarà un problema».
Cosa pensi della tua esperienza sulla Panigale, un pò ti dispiace di non aver potuto completare un lavoro con la Ducati? Il Davide Giugliano pilota ufficiale Ducati è stato molto sfortunato, questo ha probabilmente inciso molto.
«La mia sfortuna più assoluta è stata che, anche se in tanti dicono che io cadevo molto, in realtà posso aver fatto qualche scivolata di troppo tra il 2013 e il 2014, ma perché ero sempre al limite. Invece nel 2015 ho fatto due cadute e tutte e due le volte mi sono rotto qualcosa, con infortuni gravi. Una frattura alle vertebre entrambe le volte. Questo non è proprio piacevole ovviamente. Sicuramente un po’ il lavoro con Ducati non si è completato al 100%, però queste sono le corse, questo fa parte della vita di un pilota. Ormai questo è il passato, ed io sono concentrato sul futuro. Mi fa piacere pensare a quello passato in Ducati come un gran bel periodo, soprattutto dal punto di vista umano. Per me è stata come un’opportunità che non tutti i piloti hanno, ovvero di correre per una squadra ufficiale. Una cosa che ti fa crescere molto come pilota e come uomo».