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Diversamente disabili al Mugello

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Domenica si correrà al Mugello l’ultima prova del Di.Di. Bridgestone Cup 2015, il campionato riservato ai piloti disabili. Un evento che racconta una storia di sport, passione e tantissima determinazione.

Questo Week End di fine Agosto ci regala un evento che avrà come teatro le splendide curve del Mugello. Non potrebbe esserci una scenografia migliore per raccontare la storia di questa gara, che è una tappa di un campionato motociclistico ma anche molto di più. Non si parla di MotoGP né di SBK, ed in pista non ci saranno Marc Marquez o Johnny Rea. Eppure l’entusiasmo che domenica accompagnerà i quindici piloti schierati in griglia sarà anche maggiore di quello che accompagna abitualmente i top riders mondiali.

Quando hai un incidente in auto, puoi contare sull’imponente carrozzeria del tuo SUV, sulla presenza di tantissimi Air Bag e sul fondamentale contributo delle cinture di sicurezza. La faccenda cambia considerevolmente se lo stesso incidente ti succede mentre sei sulla tua moto.

Indossare un ottimo casco è fondamentale, come è importantissimo indossare il paraschiena ed in generale tutto l’abbigliamento protettivo che si possa immaginare. Ma a volte un destino beffardo pone degli ostacoli sui bordi delle nostre strade che creano danni enormi nonostante si stia indossando tutto l’abbigliamento necessario per stare in sella alla propria amata due ruote in sicurezza.

Ci viene in mente la campagna di Daniel Pedrosa contro i pericolosi guardrail presenti sulle strade di mezza Europa, che possono diventare delle lame drammaticamente efficaci.

Ed anche la bellissima campagna che vedeva protagonista Mick Doohan in un video intitolato “No place to race”, in cui ricorda che la strada non è un posto in cui gareggiare, mostrando cosa accadrebbe ai piloti della MotoGP se invece di abbondanti vie di fughe, trovassero ben altri ostacoli ad attenderli oltre la pista.

I ragazzi che correranno domenica, sono stati tutti sfortunati protagonisti di incidenti che hanno lasciato segni fin troppo evidenti sui loro corpi e che avrebbero potuto ferire anche la loro anima in maniera altrettanto profonda.

Eppure hanno tutti trovato la forza di cancellare quelle ferite che avrebbero potuto allontanarli dalla propria passione e sono risaliti in moto. La fortissima motivazione e l’enorme determinazione che animano questi ragazzi dovrebbero essere un insegnamento profondo per tutti.

Grazie a questa enorme forza, sono riusciti a riavvicinarsi alla moto ed a tutte le emozioni che solo le nostre amatissime due ruote sanno regalare. Il catalizzatore di tutta questa energia è stata l’Associazione Onlus Di.Di. Diversamente Disabili nel 2013.

Il fondatore Emiliano Malagoli ha subito un incidente che avrebbe potuto allontanarlo dalla moto e dalle piste, ma ha scelto di reagire e soprattutto ha voluto trasmettere la propria forza ad altri ragazzi che hanno vissuto la stessa esperienza. Oggi l’Associazione svolge un’importantissima attività che passa dalla creazione di una Scuola Guida dedicata ai ragazzi diversamente abili, fino ad arrivare all’organizzazione della Di.Di. Dream World Bridgestone Cup.

Domenica mattina si misureranno in quindici sulle colline del Mugello, accompagnati dalla cronaca Live del nostro Giovanni The Voice Di Pillo aiutato in cabina da Dario Marchetti, un pilota che mette tutta la sua conoscenza a disposizione degli allievi durante i Ducati Riding Experience in giro per i circuiti.

L’appuntamento è dunque per domenica al Mugello, dove questi ragazzi si sfideranno in pista e ricorderanno come un giorno lontanissimo quella prima volta in cui il pensiero di dover abbandonare le moto si era materializzato.  Adesso l’unico pensiero che attraversa la mente di questi piloti è trovare il setup giusto, salire in sella e dare tantissimo gas mentre l’adrenalina scorre a fiumi!

Ripensandoci, non ci sono tutte queste differenze con una domenica di Marquez e Rea. E se i ragazzi in griglia potranno provare queste fantastiche emozioni come i due più illustri colleghi lo devono alla Di.Di., a tutti i partner dell’Associazione e soprattutto a sé stessi. La volontà di rimettersi in sella andava stimolata e probabilmente indirizzata nel miglior modo. Ma era già fortissima e ben presente in ognuno di loro.

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