MotoGP
MotoGP, Dottor Costa: «Chiedo scusa a Valentino Rossi: ho perso di vista il mio obiettivo»
Il dottor Claudio Costa è tornato a parlare di Valentino Rossi con il quale da qualche anno i rapporti sono più freddi e distaccati
Il padre della Clinica Mobile, il dottor Claudio Costa, da qualche anno ha lasciato la sua creatura nelle mani del dottor Zaza ma nonostante questo non ha dimenticato il motomondiale e i suoi amati piloti, molti infatti gli devono il proseguo della loro carriera dato che Costa si è sempre preoccupato di curare sia il fisico sia la mente dei centauri infortunati. Tra questi anche Valentino Rossi col quale però adesso i rapporti sono tesi: «Io con Valentino è un po’ che non parlo, anche se in passato l’ho aiutato e ho fatto grandi cose per lui: quando aveva una spalla malandata, l’ho preparato per Le Mans dove ha fatto la pole arrivando secondo in gara mentre al Mugello pensavo di giocarmi la carta vincente e vederlo sul podio invece mi ha detto che gli era stato confessato che le mie terapie potevano aggravare la sua situazione e che sarebbe stato costretto ad operarsi a fine stagione. A quel punto gli ho detto che io non ho mai fatto niente per compromettere le condizioni di un pilota, agendo sempre secondo ciò che ritenevo migliore».
Il dottor Costa rimane comunque molto legato a Valentino Rossi, i due si conoscono da sempre dato che molti anni fa anche il padre Graziano era stato curato dopo un grave incidente in moto: «Nel libro dedicato a Marquez ho chiesto scusa a Valentino perché da medico avrei dovuto accettare questo suo dubbio, cercare di comprenderlo facendogli capire che non avrei mai fatto nulla di male contro di lui, se non cercare di rimetterlo in piedi per fargli vincere la gara e il campionato del mondo. Quando alla fine dell’anno si è operato lo stesso mi aspettavo che venisse da me ma non lo ha fatto e questo mi ha fatto perdere di vista il mio obiettivo primario: aiutare sempre ogni pilota». Il momento di crisi perciò è stato il Mugello 2010 ma questo non impedisce a Costa di vedere in Valentino Rossi ancora un mito, un pilota capace di usare al meglio la testa diventando un fenomeno che col suo talento riesce a far migliorare anche chi gli sta intorno: «Questo suo modo di evocare il talento quasi dandogli un aspetto ludico è quello che piace a tutti, il fanciullo fa parte di tutti noi ma ce lo dimentichiamo mentre Valentino è rimasto legato è paradossalmente ciò lo rende grande».