MotoGP
Dove andrà l’aerodinamica in MotoGP? Parla Danny Aldridge
Danny Aldridge ricopre il ruolo di MotoGP Technical Director. Non c’è persona più qualificata per spiegare in che direzione andrà l’aerodinamica in MotoGP, il tema caldo del momento
Il sito inglese Crash.net ha riportato una lunga intervista con il Direttore Tecnico della MotoGP Danny Aldridge, che fa luce su alcuni aspetti molto importanti del paddock del Motomondiale. L’intervista spazia dalla MotoGP alla Moto3, soffermando l’attenzione sulla rivoluzione aerodinamica della Top Class. Riportiamo alcuni stralci particolarmente interessanti di questa intervista, che sono validi per fare luce sul punto di vita di un ingegnere che il regolamento lo scrive, valutando le interpretazioni dei team ed eventuali irregolarità.
Il primo aspetto trattato è l’aerodinamica delle MotoGP e Danny Aldridge spiega qual’è stato il pensiero ispiratore nello scrivere le regole: «Quando abbiamo discusso le nuove regole per questa stagione, avevamo due opzioni tra cui scegliere. La prima era di essere molto restrittivi, estremamente precisi, con le dimensioni delle carenature. E scegliendo questa strada, saremmo probabilmente finiti con il trovarci una serie di moto uguali tra loro. Noi non volevamo ce accadesse questo, e neanche i Costruttori. Perciò abbiamo scelto la seconda strada, che ci ha permesso di scrivere delle regole meno restrittive spiegando bene ciò che era giusto fare e ciò che non lo era. Prendiamo ad esempio la Yamaha, che secondo me è perfettamente regolare, anche se il regolamento dice “nessun rigonfiamento”. La ragione per cui non classifico la carena Yamaha come un rigonfiamento è perchè è una linea continua, dall’alto verso il basso. Non c’è una reale variazione dell’angolo della curva della carenatura. Dal punto di vista della sicurezza, è perfetta. Non ci sono problemi con quella interpretazione. Quello che volevamo era di non avere angoli vivi o spigoli al di fuori della carenatura. Quindi ciò che abbiamo visto con la M1 è esattamente quello che ci aspettavamo. Le regole ovviamente sono decise in accordo con la MSMA (l’associazione dei Team MotoGP), e decidiamo tra noi cosa fare. Le regole sono state scritte in modo che i costruttori potessero, all’interno delle carenature, fare tutto ciò che volevano con l’aerodinamica. Perciò qualche canale o soluzioni come quella di Yamaha erano quello che ci aspettavamo»
Interessante la domanda riportata da Crash.net dopo queste affermazioni, con il giornalista che giustamente chiede se ci fosse quindi la volontà di non bannare completamente l’aerodinamica, le alette e la downforce in MotoGP. «No. Questo è l’apice delle corse motociclistiche, ed è uno sport in cui si fa sviluppo, per cui non possiamo diventare troppo restrittivi. L’aerodinamica è molto importante quando si parla di qualsiasi cosa si muova a 350 km/h, e non volevamo bannarla del tutto»
Aldridge è anche stato sorpreso da quanto si siano scoperti alcuni Costruttori, mostrando le proprie soluzioni molto presto nella stagione di test invernali: «Sono rimasto sorpreso che Yamaha abbia mostrato così presto la propria carenatura. Naturalmente, ho sempre parlato con i costruttori, da Valencia ed anche prima, perciò sapevo cosa sarebbe accaduto. Ma sono rimasto personalmente sorpreso dal fatto che alcuni si siano “scoperti” così presto. Naturalmente avevano bisogno di testare le proprie soluzioni, e raccogliere più dati possibile, anche prima degli altri»
Secondo il tecnico, ci potrebbe anche essere qualche problema con chi non ha ancora mostrato il disegno della propria carenatura: «Non tutti mi hanno mostrato la propria carena. Alcuni non mi hanno mostrato neanche un disegno, ma dal punto di vista tecnico, nessuno è tenuto a farlo fino al GP del Qatar. Ho raccomandato a tutti di farlo prima, perchè se la soluzione presentata in Qatar da qualcuno dovesse rivelarsi illegale ai miei occhi, avrebbero un bel problema. Perciò, come ho sempre detto, è una loro scelta quando mostrarci una determinata soluzione. La deadline per questa consegna è alle 5 del pomeriggio del giovedì del GP in Qatar, ma tutti sono stati avvisati molto prima del rischio»
In questo passaggio, sembra palese il riferimento a Ducati e Honda, che sono le uniche big a non aver ancora presentato la propria soluzione. In particolare è la situazione Ducati a sollevare qualche preoccupazione. Non è mai stato un segreto che sia proprio il vantaggio tecnico accumulato da Ducati nel 2015 e 2016 il vero motivo per cui si è frenata l’escalation aerodinamica in MotoGP, e proprio la Ducati non ha ancora mostrato la sua soluzione. In tanti si aspettano una sorpresa, una soluzione innovativa da parte dei tecnici di Borgo Panigale. Danny Aldridge è stato chiaro riguardo il fatto che chi non ha ancora presentato la propria soluzione rischia tanto. Speriamo che non sia castrato l’italico ingegno nel deserto del Qatar. Sarebbe una sconfitta “politica” molto pesante da digerire per Ducati.