Michael Schumacher - Tentata estorsione ai danni della famiglia, la famiglia annuncia l'appello all'ultima sentenza - www.motorinews24.com
Fa ancora tanto rumore il caso della tentata estorsione ai danni della famiglia di Schumacher: in queste ore, è arrivato il commento della moglie Corinne.
Michael Schumacher è una figura a cui gli appassionati di Formula Uno sono sempre legati. I suoi numeri e i suoi successi sono delle pagine di storia indelebili per un pilota che ha letteralmente dominato per anni la classe regina, dando tantissime soddisfazioni a quei tifosi Ferrari che ancora oggi lo ricordano con molto affetto. Sono più di dieci anni, però, che attorno al tedesco c’è un silenzio assordante: dopo l’incidente del dicembre del 2013, il sette volte campione del Mondo non è mai stato mostrato in pubblico, anche a causa della volontà della sua famiglia di proteggerlo ermeticamente dai media.
Punto su cui hanno fatto pressione i tre che sono stati condannati per tentata estorsione pari a circa quindici milioni di euro, minacciando tutta la famiglia, in caso contrario di diffondere molte foto private di Michael. Di recente, è arrivata la sentenza: pena detentiva di tre anni per quello che è stato individuato come il principale responsabile, mentre il figlio e un ex guardia del corpo dell’ex pilota hanno ricevuto condanne più soft, rispettivamente di sei mesi e due anni con la condizionale. Sentenza che ha scatenato l’insoddisfazione da parte della moglie Corinna, a nome evidentemente di tutta la famiglia.
La pena inflitta in prima battuta dalla giustizia ai danni di chi ha tentato di estorcere ben quindi milioni di euro alla famiglia Schumacher non soddisfa Corinne, la moglie dell’ex pilota Ferrari.
Di seguito, il commento di quest’ultima a tal riguardo:
“Abbiamo presentato appello contro quella che consideriamo una sentenza troppo clemente. Secondo il mio punto di vista, è stato lui (l’ex guardia del corpo Markus Fritsche, ndr) la mente di tutto questo. Ciò che ancora mi sconvolge è l’incredibile tradimento nei confronti della nostra fiducia. Dovrebbe ricevere una punizione che scoraggi qualsiasi potenziale estorsore”.
L’appello, dunque, apre una nuova fase giudiziaria, durante la quale si capirà se ci sono margini per una condanna più grave nei confronti di chi ha cercato di rompere quel muro di privacy che la famiglia ha costruito attorno a Michael dal suo incidente in montagna a Meribel, nel 2013, con un gesto che è davvero ignobile.
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