paolo ciabatti
Quattro Gran Premi vinti in un anno solare. Una media da titolo mondiale per Ducati, da quando la sua Desmosedici è tornata a trionfare in MotoGP nel GP di Austria dell’agosto 2016 ad oggi, dopo che Andrea Dovizioso ha fatto sue le gare di Sepang (l’anno scorso) e ha replicato al Mugello e al Montmelò anche nel 2017. Peccato che i dodici mesi presi in considerazione appartengano a due campionati diversi, ma questa prima parte di stagione è ripartita come si era conclusa la seconda metà della precedente, ed è il miglior segnale possibile per una casa costruttrice che ha vissuto un lustro di buio e necessitava come il pane di miglioramenti continuativi. Il team manager Paolo Ciabatti è talmente ottimista che afferma, sicuro del livello di competitività raggiunto da questa moto «La motivazione è chiaramente quella di vincere il campionato, e sono sicuro che ci riusciremo».
«E’ molto difficile perché ci sono molti buoni piloti e costruttori che sono più grandi e hanno più budget di Ducati, ma abbiamo dimostrato che possiamo competere con la moto su molti diversi circuiti. Noi ci siamo e Dovizioso è in forma spettacolare, molto fiducioso e molto veloce» continua Ciabatti. Eppure ha stupito tutti che la Rossa di Borgo Panigale si sia intromessa nella lotta per il titolo mondiale, dopo un inverno di test complicato dalla “scomparsa” delle ‘alette’ aerodinamiche vietate dal regolamento, e che tanti benefici avevano portato al risorgimento della D16. Non è evidentemente dello stesso avviso il manager italiano, secondo cui c’è da essere «soddisfatti, abbiamo iniziato in maniera positiva in Qatar, con il secondo posto di Andrea Dovizioso. Ha poi avuto un paio di gare difficili, ma alla fine è tornato con una vittoria storica al Mugello, poi un’altra al Montmeló. Siamo felici- prosegue- ma dobbiamo ancora lavorare. La moto è migliorata, è quello che mostrano i risultati, ma ci manca ancora qualcosa alla velocità in curva e questo è ciò su cui lavoriamo».
I PROBLEMI PERO’ CI SONO ANCORA – Ciabatti sa infatti che molti circuiti della seconda parte di stagione potrebbero non essere adatti alla Desmosedici, una moto che continua ad avere problemi di maneggevolezza e di velocità in alcuni tratti come le curve, per questo promette «Qualche novità grossa arriverà nella seconda metà della stagione. Il nostro obiettivo è quello di risolvere o almeno ridurre al minimo i problemi. Questo potrebbe aiutare i nostri piloti, in particolare Jorge per il suo stile di guida. Ma anche Dovizioso e Danilo Petrucci potrebbero trarre beneficio da questi miglioramenti». Lorenzo è indubbiamente il pilota più in difficoltà tra i ducatisti, e ha bisogno di continuare ad essere seguito e ascoltato dalla squadra per potersi migliorare e arrivare al vertice almeno entro la fine dell’anno, affinché il suo ingaggio non si possa definire un fallimento. Il team manager lo sa bene questo, anche perché i progressi devono andare avanti e non finire qui se si vogliono mantenere vive fino all’ultimo le speranze di laurearsi Campioni del Mondo. Come non accade da ben dieci anni alla Ducati, quando nel 2007 ci riuscì per la prima e ultima volta nella sua storia in MotoGP con un certo Casey Stoner.
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