Superbike
Ducati, intervista al pilota del futuro Mike Jones – VIDEO
Quando sei stato scelto da un mito delle due ruote come Troy Bayliss, devi per forza avere qualcosa di speciale. Mike Jones è l’australiano del futuro per la Ducati
La Ducati ha sempre avuto un feeling del tutto particolare con i piloti australiani. Basta pensare a cosa hanno saputo fare in sella alle moto di Borgo Panigale Casey Stoner e Troy Bayliss. Per non parlare di Mr Superpole Troy Corser e di quel matto di Tony Gobert. Una lista di nomi da brivido, che hanno corso e vinto con Ducati in SBK e MotoGP, stabilendo un legame fortissimo tra il marchio ed i piloti “kangaroo”. Una storia d’amore che oggi è portata avanti da Mike Jones, il pupillo di Troy Bayliss che si è presentato al mondo nel 2016 con alcuen prove di carattere vero. Perchè salire su una MotoGP e correre senza paura e 0 km di test sulle spalle, è una impresa che possono vantare in pochissimi. Jones fa parte di questa ristrettissima cerchia di fortunati, e ha dimostrato di avere classe e stoffa da vendere. La Ducati ha creduto in lui al punto di portarlo in Europa, per fargli disputare la Stock 1000 ed imparare tutti i tracciati europei. Un viatico perfetto verso quello che è la destinazione finale di questo viaggio, ovvero la sella di una SBK di Borgo Panigale.
Mike Jones è un ragazzo solare, sorridente e determinato. Una promessa del motociclismo capace di restare con i piedi ben piantati a terra e l’entusiasmo negli occhi di chi sta vivendo un sogno. Un sogno che sta cercando di meritarsi con tutte le sue forze.
Buongiorno Mike, tu sai cosa significa essere un pilota australiano in Ducati dopo nomi come Bayliss e Stoner, senti il peso dell’aspettativa?
«Al momento penso sia troppo presto perché il campionato Superstock è un modo per allenarsi, fare esperienza ma devo solo imparare volta per volta senza avere troppe aspettative; quelle arriveranno quando andrò in MotoGP o Superbike. Sono molto felice di essere australiano e di essere in Ducati dopo grandi campioni come quelli di cui hai parlato»
Hai avuto una buona opportunità in MotoGP. E’ stato un modo per farti conoscere, sei stato veloce ed è stato bello per i tifosi vederti: vorresti tornare o è meglio rimanere qualche anno in questo campionato, tra e derivate?
«L’esperienza in MotoGP è stato uno shock perché non avevo mai guidato niente del genere, è stata un’opportunità bellissima soprattutto perché fatta con la Ducati e vorrei tornare ma per adesso il 99% del mio obiettivo è la Superstock. Faccio del mio meglio qui perché realisticamente devo migliorare le mie abilità di guida prima di tornare in MotoGP; è andata bene ma penso di dover imparare ancora molto prima di riprovarci»
Troy Bayliss ti ha dato qualche consiglio?
«Si lui ha una grande esperienza, è stato molto tempo in Ducati e per me è un buon mentore. Potrà mettermi verso la giusta direzione e sarà fondamentale ascoltarlo e mettere in pratica ciò che mi dirà»
Ci sono molti campioni australiani: la loro è una magia perché sono tutto diversi e unici. Forse dipende dalla loro formazione prima di arrivare in Europa. Qual è la tua esperienza?
«Troy e Casey vengono dal Flat Track mentre io l’ho fatto solo a livello amatoriale. Quando avevo 11 anni ho iniziato con le minimoto e ho continuando su quel percorso in Europa fino ad oggi. Ho avuto una carriera diversa dalla loro, più simile a quella degli europei ma non so se sia una cosa positiva o negativa»
Sei stato in MotoGP ed hai incontrato il tuo eroe. E adesso sei un pilota professionista e quel pilota ti ha intervistato in griglia! Certe volte la vita è strana.
«È vero ho incontrato Chris Vermeulen a Phillip Island è poi lui mi ha intervistato molti anni dopo sulla griglia della MotoGP. E’ stato divertente ma la verità è che quando entri nel mondo delle moto non importa che tu corra, sei comunque parte di tutto questo»
Vorresti tornare in Australia, ti manca la tua terra?
«No per adesso mi piace la mia esperienza europea anche perché vivo in Italia vicino a Borgo Panigale e mi diverto molto. Non mi manca l’Australia anche se magari tra un po’ di tempo le cose cambieranno. Questa esperienza per me è bella, essere qui con un team di livello così alto: voglio rimanere qui e correre. Tornerò in Australia per salutare amici e parenti ma poi tornerò qui, in Europa»
Pensi di avere qualche possibilità di vittoria nel Campionato?
«Sto migliorando molto ogni volta che salgo in moto, non sapevo cosa aspettarmi all’inizio ma adesso voglio entrare nella top five. Le prime due gare non sono stato molto bravo, ma spero di capire come fare e guadagnare punti. Penso che i progressi siano la cosa più importante perché aiutano a fare esperienza. In più gareggio su circuiti che non conoscevo e piano piano vado sempre meglio. Spero nel giro di pochi round di avvicinarmi al mio compagno di team e anche di vincere una tappa perché sono una persona competitiva e sono qui per questo. Il campionato per quest’anno è un obiettivo troppo alto anche per com’è iniziato ma magari il prossimo anno sarà più facile. Per questa stagione il target sarebbe di stare nei primi cinque»