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Eicma 2016 e l’invasione cinese
Eicma 2016: gli espositori sono cresciuti tanto da superare le 1000 presenze, grazie sicuramente al boom di prodotti orientali
Per qualsiasi motociclista andare all’EICMA, rappresenta l’equivalente del Paese dei Balocchi per un bambino. Non sai dove guardare, ti brillano gli occhi, vorresti salire su tutte, toccare con mano qualsiasi moto immediatamente e l’indecisione su quale stand recarti per primo è imbarazzante, e solo una preferenza per questa o quella marca risolve l’annosa questione. Nel mio caso la scelta da privilegiare era scontata.
Finalmente sono riuscito a godermi lo stand Ducati in santa pace, senza folla, senza fretta e senza lotta per accaparrarsi la seduta su un nuovo modello, con solo qualche volto noto come Troy Corser e Claudio Domenicali, che passeggiavano tra le Rosse e per questo volevo ringraziare gli amici di Sportreview.
Nonostante l’attenzione di tutti sia rivolta alla “Dream Bike” 1299 Superleggera, le vere novità, quelle destinate a fare volumi di vendita, sono la nuova Supersport e la Multistrada 950. Due modelli mossi con lo stesso “cuore”, con un prezzo pressoché identico, ma con caratteristiche dinamiche e d’impiego agli antipodi. Due modelli chiesti a gran voce dagli appassionati sui social a cui Ducati ha dato seguito, secondo me, proprio per quello. Cambiano i tempi e i modi per poter essere sicuri di vendere: ascoltare e accontentare i propri fans, fidelizzandoli con proposte ad hoc. Se ho ragione e dovessi scommettere, la prossima a nascere sarà l’erede della Streetfighter, sulla base di quella che sarà la nuova Superbike V4 di Borgo Panigale.
Per quanto riguarda gli altri modelli, non ritengo sia necessario farvi una lista dei miei preferiti, perché poco rilevante, ma vorrei semplicemente fare un appunto su una scelta grafica: il bianco con telaio e cerchi rossi. Non dico che sia brutta, de gustibus, ma sarà perché sono un nostalgico, ma preferirei di gran lunga l’abbinamento della moto Rossa con telaio bianco, come sui vecchi Pomponi e soprattutto su Supersport e Monster sarebbe come il cacio sui maccheroni.
Come di consuetudine il titolo di “moto più bella del salone” è un affare tra marchi italiani. Quest’anno a fregiarsi dell’onoreficenza è stata la Ducati Supersport 939. Onestamente da ducatista, non sono riuscito a votarla in quanto non la ritenevo una vera e propria novità del salone. La nuova SS è molto bella, anche se a qualcuno può semplicemente ricordare un Monster carenato, ma la moto che mi ha maggiormente colpito è stata la Triumph Bobber. La motocicletta di Hinckley potrà non piacere a tutti per via della categoria d’appartenenza, ma come successe per la X-Diavel, è innegabile la cura quasi maniacale per i dettagli, che la rendono di fatto una “special” di serie. E a proposito di Special, il fenomeno è in continua espansione, con numerose proposte da parte dei migliori preparatori mondiali.
Dopo gli anni d’oro, in cui trionfavano quelle basate sul bicilindrico a “L” di casa Ducati, sembra che la tendenza si stia spostando verso il boxer BMW, probabilmente perchè la stessa casa bavarese ha dimostrato il potenziale di questa architettura, aprendo la strada alle personalizzazioni con la sua NINE-T.
Un’altra proposta che a molti farà storcere il naso, ma che sicuramente avrà un grande ritorno di vendite è il nuovo scooter da “enduro” di casa Honda. L’X-ADV è il primo maxi scooter a proporre questa soluzione, e in un mercato dove le moto “crossover” la fanno da padrone, non è difficile pronosticare un futuro roseo a questa Africa Twin automatica.
Pur restando il Salone più prestigioso e importante a livello mondiale per le due ruote, quello che mi ha veramente colpito di questa 74a edizione, è l’invasione di prodotti cinesi. Gli espositori, a detta dell’organizzazione, sono cresciuti tanto da superare le 1000 presenze (nonostante l’area/padiglioni utilizzati siano calati rispetto agli anni passati), grazie sicuramente a questo boom di prodotti orientali. Una vera e propria invasione che passa da motorette senza grandi velleità, a scooter formato bonsai, fino ad arrivare ai singoli componenti, tutti made in China. La vetrina dell’EICMA è di quelle importanti per farsi conoscere, ma vedendo la tiepida accoglienza riservatagli dal pubblico e dagli addetti ai lavori, la strada per farsi veramente apprezzare è ancora lunga per loro.
L’ultima nota, di questo breve resoconto, riguarda la crescita dei prodotti elettrici, probabilmente il futuro del settore, un futuro molto lontano ancora perchè, per quanto siano migliorate in tutto, il motociclista vuole ancora avere le mani sporche di grasso, puzzare di benzina, vibrare e far casino con i suoi scarichi per sentirsi vivo.