Formula 1

F1, 3 anni fa il tragico incidente di Jules Bianchi

Il pilota francese morì il 17 luglio 2015 dopo nove mesi di coma a seguito delle lesioni subite nel Gran Premio del Giappone 2014, quando si schiantò contro una gru che stava rimuovendo un’altra vettura in una via di fuga

Troppo spesso ce lo dimentichiamo, ma la regola fondamentale che è scritta in tutti i circuiti del mondo è «Motorsport is dangerous», «Il motorsport è pericoloso». Rispetto ai tempi pionieristici, quando le tragedie erano all’ordine del giorno e arrivare sani e salvi alla fine di un campionato era un’impresa per pochi, la sicurezza nel mondo della Formula 1 ha fatto passi da gigante, imparando dai propri fallimenti e creando soluzioni fondamentali anche per la vita degli automobilisti di tutti i giorni. Negli ultimi 20 anni sono state decine i piloti usciti illesi da incidenti che in passato sarebbero stati loro fatali. La certezza di annullare totalmente il rischio però non c’è e purtroppo nelle gare automobilistiche non ci sarà mai. Proprio 3 anni fa sul circuito di Suzuka, che in questi giorni ospiterà il Gran Premio del Giappone, si verificava l’ultimo incidente fatale nella storia della F1: Jules Bianchi, giovane francese di 24 anni, promessa dell’automobilismo e promettentissimo talento della Ferrari Driver Academy, usciva di strada sotto il diluvio alla curva 130 R, una delle più difficili e veloci dell’intero mondiale, andando incredibilmente a sbattere contro una gru che si trovava al fondo della via di fuga e stava cercando di rimuovere un’altra vettura incidentata, la Sauber di Adrian Sutil. Jules morì il 17 luglio 2015, dopo 9 mesi di coma, divenendo il primo pilota di Formula 1 a perdere la vita a seguito di un incidente in un weekend di gara dai tempi di Roland Ratzenberger e Ayrton Senna ad Imola nel 1994.

La dinamica dell’incidente e le molte polemiche successive ad esso hanno indotto la FIA ha rivedere ulteriormente i protocolli di sicurezza in gara, dando di fatto il via all’introduzione della Virtual Safety Car che ha il compito di far rallentare i piloti quando ci sono situazioni di emergenza nelle quali mezzi di rimozione si trovano nelle vie di fuga. Bianchi in quella stagione stava dimostrando tutto il proprio talento di pilota, pur alla guida della non competitiva Marussia: nel Gran Premio di Montecarlo ottenne uno storico 9° posto che rappresentò il primo arrivo a punti di sempre per il team e anche per lui e che a fine stagione risultò decisivo per evitare il fallimento della scuderia, grazie ai soldi incassati per il piazzamento al 9° posto nella classifica costruttori, davanti a Sauber e Caterham. Dopo la morte di Jules il suo numero di gara, il 17, venne ritirato per sempre dalla FIA. Il francesino ha lasciato un grande ricordo in tutto il mondo della F1 e nella giornata di oggi è stato proprio un suo ‘erede’ transalpino a ricordarlo anche sui social network: si tratta di Pierre Gasly, che a Suzuka correrà nuovamente sulla Toro Rosso, dopo aver preso il posto di Daniil Kvyat in Malesia. Gasly ha postato una foto in cui depone un mazzo di fiori sul luogo dell’incidente e il testo «3 anni oggi. Mai dimenticato #JB17».

Matteo Senatore

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