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F1, Ferrari: una vittoria che fa morale, ma la Mercedes è ancora lontana

Il trionfo di Vettel in Brasile è importante per restituire fiducia all’ambiente, ma non deve illudere: il gap con la Mercedes c’è ancora e la rimonta di Hamilton lo ha dimostrato

Finalmente, Ferrari! E’ questo il pensiero che sarà passato nella testa dei tantissimi tifosi della ‘rossa’ quando Sebastian Vettel è transitato per primo sotto la bandiera a scacchi del GP del Brasile ad Interlagos. Era da prima della pausa estiva che la Ferrari non vinceva e dal quel 30 luglio tanto, troppo è successo: dall’euforia per la leadership nel mondiale di Sebastian si è passati in un paio di mesi alla depressione per i disastri della trasferta asiatica, tra autoscontri in partenza e infiniti guai meccanici che hanno prima ridotto e poi azzerato le speranze di interrompere il digiuno di titoli che nel campionato piloti dura dal 2007. Il doppio podio in terra paulista, con Vettel 1° e Raikkonen 3°, è una boccata d’aria che fa bene all’ambiente ‘rosso’ e soprattutto a quei meccanici che tanto e tanto lavorano dietro le quinte e che nelle ultime settimane troppo spesso si sono trovati a dover smontare e rimontare le due SF70H per risolvere guai e guasti che sembravano diventati cronici. Sarebbe però un grave errore pensare che la vittoria di San Paolo restituisca una Ferrari tornata superiore alle Mercedes, come era effettivamente stato all’inizio di questo campionato, e lanciata verso una stagione 2018 da vivere nel ruolo di favorita.

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Quello che invece ci ha detto il circuito Carlos Pace è che le Frecce d’Argento sono ancora le vetture più veloci in circolazione: non lasciamoci ingannare dalla prestazione opaca di Bottas, uccellato senza tanti complimenti da Vettel in partenza e mai in grado di azzardare il sorpasso sul tedesco, nemmeno dopo la sosta. Il finlandese numero 77 dopo qualche exploit di inizio anno si sta abituando, anche mentalmente, ad essere una ‘seconda guida’: la prestazione da guardare con timore è quella di Lewis Hamilton. The Hammer ha tenuto fede al suo soprannome martellando un ritmo incredibile e riuscendo ad arrivare 4° dopo essere partito dalla pit lane; il campione britannico ha commesso un errore da principiante al sabato, ma in gara ha chiuso ad appena 5 secondi di distanza da Vettel. Questo vuol dire che in condizioni normali le ‘rosse’ lottano al massimo per il secondo gradino del podio. Prima della fine del campionato sarà interessante vedere il risultato del GP di Abu Dhabi, pista dalle caratteristiche in teoria più adatte alla vettura di Maranello che alla W08, ma per il 2018 serviranno comunque dei passi in avanti. L’obiettivo dovrà essere quello di presentarsi ai test e poi al debutto di Melbourne con un pacchetto che sia già quanto meno al livello di quello dei rivali di sempre, cercando poi di azzeccare gli sviluppi durante l’anno, storicamente punto debole della ‘rossa’. Tenendo sempre d’occhio la crescita della Red Bull, che invece proprio sull’evoluzione della vettura gara dopo gara ha costruito nella storia i suoi successi.

Matteo Senatore

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