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Formula 1

F1, Ferrari velocissima ma fragile: così sta perdendo il mondiale

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In Malesia la Scuderia di Maranello ha raccolto molto meno di quanto avrebbe meritato. Decisiva un’affidabilità precaria che ha negato una potenziale doppietta

Veloce, velocissima. La Ferrari nel weekend di gara a Sepang non ha lasciato spazio a dubbi: era, di gran  lunga, la vettura migliore in pista. Una supremazia dimostrata sin dal venerdì e confermata la domenica, quando Vettel per buona parte della gara si è messo a girare un secondo più veloce di tutti gli altri piloti. Il risultato del fine settimana però, non rispecchia questo predominio: una possibile doppietta si è trasformata in un 4° posto ed in un ritiro forzato senza neanche poter partire per il giro di ricognizione. Una beffa atroce che ha costretto Sebastian Vettel a scivolare a -34 punti da Lewis Hamilton nella classifica piloti, quando ci sono solo più 5 gare da disputare. Se a Singapore la causa del doppio zero era stato uno sfortunatissimo incidente in partenza, anche abbastanza particolare come dinamica, questa volta sul banco degli imputati il colpevole è chiarissimo: l’affidabilità della SF70H.

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Gli uomini della Ferrari quest’anno hanno dovuto fare uno sforzo sovraumano per ricucire il gap con la Mercedes che si era creato nel 2016 e incredibilmente per 3/4 di stagione ci sono riusciti, mettendo Vettel in condizione di guidare da leader il campionato del mondo per le prime 12 gare. Il passo in avanti realizzato dalla Mercedes tra Spa e Monza ha costretto però la ‘rossa’ a reagire nuovamente: c’era bisogno di recuperare in termini di prestazione e si è accelerato lo sviluppo per ricucire il margine. Il risultato è evidente: a Singapore ed in Malesia la Ferrari era la vettura più veloce e competitiva, nettamente più della Mercedes che, vuoi per caratteristiche del circuito, vuoi per la necessità di attuare una rotazione conservativa delle power unit essendo arrivata alla 4^ unità, ha tirato i remi in barca. Nella Formula 1 però la coperta spesso è corta: forzare troppo sulle prestazioni può compromettere l’affidabilità della vettura ed in Malesia è stato così. I problemi di Vettel al sabato con la rottura del condotto di alimentazione del compressore e di Kimi Raikkonen alla domenica, la cui causa è ancora da definire ma pare possa essere simile a quella patita da Seb, dimostrano che forse la ‘rossa’ in questo caso si è spinta troppo oltre.

Gli aspetti positivi però ci sono e non vanno sottovalutati: la Ferrari è in questo momento la miglior macchina del mondiale, mentre la Mercedes è apparsa in Malesia la terza forza, alle spalle anche di una rinata Red Bull. Inoltre i problemi patiti a Sepang hanno se non altro permesso alla Ferrari di poter omologare una power unit completamente nuova, ‘annullando’ di fatto la penalità, visto che comunque Vettel sarebbe dovuto partire dal fondo della griglia. Questo vuol dire che per le ultime 5 gare il tedesco avrà un motore nuovo, mentre la Mercedes dovrà continuare a ruotare le power unit usate fin qui e già usurate, a meno di non voler incappare essa stessa in penalità di 10 posizioni sulla griglia di partenza per ogni componente sostituito. Insomma, le speranze di una rimonta finale non sono ancora svanite, ma occorrerà finalmente ritrovare quell’affidabilità perduta che è sempre stata un marchio di fabbrica della storia Ferrari.

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