Adrian Newey Red Bull
9 titoli mondiali piloti e 10 titoli mondiali costruttori vinti in Formula 1 dalle auto da lui progettate, oltre a numerosi altri successi ottenuti nella Indycar, all’inizio della sua carriera: basterebbero questi freddi numeri per spiegare la grandezza di Adrian Newey, ingegnere e progettista tra i migliori e più vincenti della storia della Formula 1. Il britannico non solo è riuscito a condurre al trionfo nella categoria regina del motorsport tre team diversi (Williams, McLaren e Red Bull), segnando con ognuno di essi un’epoca di dominio assoluto sul campionato, ma è stato anche il creatore di alcune delle vetture più iconiche della storia di questo sport, basti pensare alla Williams FW14B, alla McLaren MP4/13 e alla Red Bull RB9. Nella sua straordinaria carriera però non si è mai trovato a lavorare per quella che senza ombra di dubbio è la Scuderia per eccellenza, nel mondo delle corse e della Formula 1 in particolare: la Ferrari. Più volte nel corso degli anni, specialmente quando la rossa si è trovata lontana dal vertice, si è parlato di un possibile ingresso di Newey nel team di Maranello, ma per diversi motivi non se n’è mai fatto nulla. Nella sua autobiografia How to Build a Car, il geniale ingegnere di Stratford-upon-Avon ha voluto entrare più nel dettaglio delle sue trattative con la rossa: «Sono stato vicino alla Ferrari per tre volte: la prima quando ancora lavoravo in Indycar. All’epoca loro stavano pensando di costruire un’auto per le corse americane e mi aveva offerto il ruolo di progettista, ma ho rifiutato perchè non mi sentivo pronto. Poi c’è stato un’altro contatto nel 1996, sotto la guida di Jean Todt: venivo dai successi con la Williams e ricevetti delle offerte dalla Ferrari e dalla McLaren, oltre che dalla Williams per restare con loro. Ci pensai a lungo, ma alla fine avendo messo su famiglia da poco preferii restare in Gran Bretagna».
L’occasione più grande per Newey di passare alla corte di Maranello si verificò però nel 2013, subito dopo la conquista del quarto titolo mondiale consecutivo con la Red Bull: «In quel momento era evidente che la Renault era rimasta indietro rispetto alla Mercedes ed anche alla Ferrari nello sviluppo dei motori ibridi» spiega Newey «e la Ferrari, con Luca di Montezemolo, mi fece un’offerta assurda, per quanto era generosa. Volevano mettermi in mano tutto il loro reparto di progettazione, sia per la parte stradale che per quella da corsa. Mi offrirono uno stipendio enorme, che sarebbe stato più del doppio di quando prendevo in Red Bull, e una vita simile a quella di una star del cinema». A quel punto il progettista britannico racconta nel suo libro di aver seriamente vacillato: «Ho passato molte notti insonni in quel periodo. Non volevo lasciare la Red Bull perchè mi trovo molto bene e per il fatto che con Christian avevamo creato la squadra dal nulla, sulle ceneri della Jaguar, portandola ad arrivare dov’è oggi. Però non volevo nemmeno lavorare con una mano legata dietro la schiena, visto che la Renault sembrava non voler risolvere i problemi di potenza nel motore e non intendeva più stanziare dei fondi. Inoltre l’offerta della Ferrari era veramente allettante». Alla fine però, come è noto, Newey è rimasto con il team austriaco: «Sarebbe stato un errore lasciare la Red Bull». L’anno successivo poi anche la Mercedes ha cercato di assicurarsi i suoi servizi: «Mi fecero un’offerta nel 2014 e spesso ricevetti la visita di Niki Lauda che voleva portarmi a lavorare con loro, ma sarebbe stato sbagliato. Sarei andato nella squadra nettamente più forte per sostituire Ross Brawn; mi sarei sentito uno che va a caccia di trofei».
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