Formula 1

F1, Todt sul budget cap: «Da solo non basta»

Il presidente della FIA scettico sull’introduzione di un tetto alle spese per i team: «Servono regole strutturali per risolvere il problema»

La politica del contenimento dei costi in Formula 1 deve essere più articolata rispetto all’introduzione di un semplice ‘budget cap’: parole e musica di questa dichiarazione sono di Jean Todt, presidente della FIA, uno che qualcosina di Formula 1 ne capisce.

L’ex team principal della Ferrari ha parlato al sito Autosport spiegando che per raggiungere l’obiettivo che si pone Liberty Media, cioè riuscire a ridurre i costi che la gestione di un team di Formula 1 comporta, è necessario trovare un sistema di regole più articolato rispetto ad una cifra limite oltre la quale le scuderie non possono spendere: «L’introduzione di un limite di budget per i team può essere una scelta valida ma da sola, nel lungo periodo, è destinata a fallire: è necessario che ci siano regole per una soluzione più articolata che garantisca il raggiungimento dell’obiettivo».

Chi sul budget cap è ancora più scettico rispetto a Todt è il team principal della Red Bull, Christian Horner«Non sono favorevole al budget cap perchè credo che sia molto difficile controllarne l’effettivo rispetto da parte dei team visto che la struttura di ogni scuderia è diversa».

Anche secondo Horner per ridurre i costi è necessario intervenire più in profondità: «I costi sono generati dai regolamenti: si deve prima intervenire alla radice del problema per poi imporre un tetto di spesa». Quella della riduzione dei costi è una battaglia che Liberty Media sta portando avanti per incentivare nuovi costruttori a partecipare al campionato, ma le strategie adottate per raggiungerli non convincono i team: critica verso Liberty Media negli ultimi mesi è stata anche la Ferrari, che contesta la proposta per i nuovi regolamenti fatta dalla proprietà americana e giudicata da Maranello in maniera negativa perché volta secondo la dirigenza rossa a rendere troppo simili le vetture tra loro, appiattendo le differenze. Non mancano insomma i grattacapi per Chase Carey e soci.

Matteo Senatore

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