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Alonso alla Indy 500? Come Rossi al Tourist Trophy

Fernando Alonso parteciperà alla Indy 500 e salterà il GP di Monaco. Un pò come se Valentino Rossi saltasse il Mugello per correre il Tourist Trophy sull’Isola di Man

La notizia di questi giorni nel Motorsport è semplicemente una bomba:Fernando Alonso correrà la Indy 500 disertando la kermesse di Montecarlo, il GP probabilmente più importante del calendario F1. Una decisione incredibile, che permette di comprendere quanto sia grande il disagio attuale del campione spagnolo, stordito dalla poca competitività della McLaren Honda edizione 2017. Fernando Alonso è un mastino del racing, un vero combattente. Uno abituato a sfruttare tutto il potenziale della macchina e soprattutto, uno che vuole vincere, sempre.

E’ probabilmente un pilota che ha vinto infinitamente meno di quello che avrebbe potuto, con un potenziale spesso castrato dalla vettura su cui era impegnato. Ha battuto un certo Michael Schumacher nel tempi d’oro del binomio tra il tedesco e la Ferrari, ed ha portato la stessa Ferrari alla soglia della vittoria, con una vettura meno competitiva rispetto alle rivali di turno. La scelta di sposare la causa McLaren è stata per i più la ricerca di un ingaggio faraonico, ma un ingaggio che contempla molti zeri vale il gioco per una stagione. Forse per due. Ma quando un vero Racer come Fernando Alonso è castrato nel proprio potenziale velocistico da una vettura che farebbe una discreta figura in F3, allora le cose diventano complicate.

Talmente complicate da spingere verso nuove direzioni, nuovi traguardi. Alonso ha più volte manifestato la propria intenzione di correre a Le Mans, ma la mancanza di un programma di categoria Honda gli ha tarpato qualsiasi velleità Endurance. Quindi l’attenzione si è spostata verso un altro luogo, altrettanto affascinante. Non è in Francia, bensì dall’altra parte dell’Atlantico, e si chiama Indianapolis.

@INDIANAPOLIS MOTOR SPEEDWAY

Quattro curve che sembrano uguali, ma non potrebbero essere più diverse. Un muretto che ha tristemente dimostrato la sua solidità, assorbendo impatti e innumerevoli vite di piloti negli ultimi 100 anni. Una corsa unica, alla quale non si arriva mai preparati neanche dopo migliaia di giri e test. Un vero inferno, ma anche il paradiso perduto per Alonso. Lo spagnolo può correre ad Indy, perchè la Honda è impegnata da anni in quel campionato, ed ha accettato una sfida incredibile. Fernando Alonso ha accettato di misurarsi con quel muretto, con quelle quattro curve. Ha accettato di confrontarsi con la possibilità di fare una pessima figura, anche se un certo Juan Pablo Montoya ha dimostrato che chi sa portare al limite una vettura tra i cordoli, può farlo anche ad Indianapolis.

Per comprendere al meglio le differenze che corrono tra la F1 e Indy, potremmo azzardare un paragone ardito, ma calzante. Come reagireste se vi dicessero che Valentino Rossi si è iscritto al TT di giugno? Senza aver mai corso una gara su un tracciato stradale. Senza aver mai fatto un giro del Montain. Senza aver mai neanche saggiato la discesa di Bray Hill a 300 km/h. Ovviamente lo etichettereste tutti come folle, giusto?

Eppure c’è un precedente illustre al TT, che dimostra che anche chi proviene dai circuiti può dire la sua in modo convincente, e stiamo parlando di Josh Brookes, che si iscrisse al TT del 2013, e divenne il più veloce newcomer della storia dell’Isola.

Le differenze tra le due avventure sono enormi, eppure c’è qualche punto di contatto e soprattutto la possibilità che questa parentesi ad Indy si trasformi in una esperienza da leggenda per Alonso. Cosa accadrebbe se lo spagnolo dovesse anche solo ben figurare sul catino americano? Quali sarebbero le conseguenze di un evento del tutto plausibile?

Ci viene in mente che la prima reale conseguenza possa avvenire proprio sulla psiche dello spagnolo. Forse Alonso ha perso il piacere di correre per vincere in questa avventura in McLaren, ma se dovesse assaporare nuovamente il gusto della sfida, la concreta possibilità di lottare per il podio, allora probabilmente l’istinto del killer tornerebbe al 100%.

In ogni caso l’avventura ad Indianapolis di Fernando Alonso avrà un fascino incredibile, catalizzando tantissima attenzione sullo spagnolo. Valentino Rossi al TT? Ma no, è troppo pericoloso per un pluricampione MotoGP. Chiedetelo a Giacomo Agostini.

Marco Caregnato

Nel 1984, da bambino, ho avuto il mio primo contatto con una moto. Mi sono ustionato la mano! Non ho più smesso di amarle...

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