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Fine delle concessioni Suzuki. Il prezzo del successo

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La Suzuki è al secondo anno di MotoGP ed ha usufruito delle concessioni regolamentari assieme ad Aprilia. Solo che Maverick Vinales è andato talmente forte da farle perdere questo vantaggio per il 2017

Quando un pilota veloce cambia squadra lascia sempre un vuoto, lascia la sensazione di aver perso qualcosa di speciale. Nel caso di Maverick Vinales, è innegabile che Suzuki perderà uno dei talenti più cristallini degli ultimi anni, ed il suo lascito sarà pesantissimo per Davide Brivio & Co. Il sito Speedweek.com ha sottolineato che Suzuki è stata eccezionale, ma che ne pagherà il prezzo. Le prestazioni in pista della Suzuki GSX-RR nelle mani del pilota spagnolo sono state sorprendenti, tanto da portarlo sul podio già quattro volte, compresa la vittoria di Silverstone.

Dei risultati sorprendenti per una Casa che è rientrata nel 2015 in MotoGP dopo anni di stop, ma anche dei risultati che avranno un prezzo da pagare molto salato nel 2017. Lo sa bene la Ducati, che nel 2015 ha goduto di alcuni vantaggi tecnici poi tolti agli uomini di Borgo Panigale grazie ai risultati in pista della Gp15. Ed ora lo sanno bene in Suzuki, unica assieme ad Aprilia ad avere ancora libertà di evoluzione del motore e nove motori a disposizione in luogo dei sette concessi a Honda, Yamaha e Ducati.

Il sistema a punteggio ideato per aiutare le new entry  in MotoGP prevede che per ogni vittoria, la Casa incassi 3 punti. In caso di secondo posto 2, che scendono ad 1 punto per il terzo gradino del podio. Maverick Vinales ha raccolto la bellezza di 6 punti complessivi, ed ha portato Suzuki sullo stesso piano regolamentare delle rivali in pista, facendole perdere diritto alle concessioni. regolamentari. Impresa per ora lontana dalle possibilità di Aprilia, che probabilmente avrebbe gradito anch’essa di pagare un prezzo così salato per il successo.

@SUZUKI RACING

Andrea Iannone avrà dunque l’ingrato compito di continuare a portare quella Suzuki sul podio, per dimostrare che ad Hamamatsu non c’era bisogno di alcun “autino” regolamentare per ottenere certi risultati. Se lo chiedete a Gigi Dall’Igna, non ammetterà neanche sotto tortura che nel 2015 il Desmo della Ducati aveva qualche CV in più dei rivali anche grazie a queste concessioni regolamentari. E’ probabile che anche gli ingegneri giapponesi preferiscano ricorrere all’Harakiri, piuttosto che riconoscere di avere avuto qualche pur minimo vantaggio da questa situazione.

@KTM – PH.Mitterbauer H.

Due motori in più, lo sviluppo aperto e qualche test in più sono una manna dal cielo per qualsiasi ingegnere. Lo sanno bene in KTM, e sfrutteranno la situazione fino in fondo nel 2017 cercando di replicare quanto fatto da Suzuki e perdere presto un vantaggio che potrebbe trasformarsi per Aprilia in una sorta di macchia. Alla terza stagione in MotoGP, la Casa di Noale ha l’obbligo di sedersi allo stesso tavolo delle rivali, senza usufruire di alcun vantaggio tecnico. Gli ultimi risultati in pista sono stati più che incoraggianti, e siamo certi che Romano Albesiano è uno dei pochi ingegneri al mondo che sarebbe felicissimo di perdere un vantaggio regolamentare. Un vantaggio piccolo, ma pur sempre un vantaggio.

 

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