MotoGP
Francesco Guidotti racconta la sfida di Pramac in MotoGP
Francesco Guidotti affronta la sfida del 2017 con tanta voglia di migliorare e portare Pramac al livello dei migliori team in griglia MotoGP
Guidotti è un nome più che noto agli appassionati di SBK e MotoGP. La premiata ditta dei fratelli Francesco e Giacomo dividevano fino alla scorsa stagione lo stesso box all’interno del Team Pramac, ma da quest’anno saranno nuovamente separati, come ai tempi della SBK. Giacomo è passato a gestire la moto di Dani Pedrosa mentre Francesco è rimasto al timone del Team di Paolo Campinoti. In occasione della presentazione del Team, abbiamo parlato con Francesco della grande opportunità di gestire una moto ufficiale e del rapporto con il fratello, ormai diventato avversario in pista.
Francesco, tu sei passato attraverso alcuni anni difficili per la Ducati in MotoGP, mentre ora le cose sono cambiate ed avete due moto molto valide a disposizione. Quali sono gli obiettivi di Pramac per la stagione 2017?
«Il nostro primo obiettivo è sempre quello di migliorare, di crescere. Chiaramente dipende anche da come si comporterà la concorrenza, perchè non corriamo da soli! Negli anni passati, anche quando la situazione tecnica non era propriamente al top siamo riusciti lo stesso a restare sempre a ridosso della top ten, anche se sinceramente con le moto ufficiali che avevamo come nel 2013, non era esattamente quello l’obiettivo. Poi in realtà abbiamo dovuto far fronte ad un periodo molto difficile di Ducati in quel momento. La rinascita c’è stata con l’arrivo di Dall’Igna nel 2014, lenta ma graduale»
L’arrivo di Dall’Igna ha cambiato in modo determinante la situazione.
«Nell’arco di tre anni Ducati è riuscita a rivincere dei GP e ci ha messo in condizione di lottare per la top ten ad ogni gara, pur avendo a disposizione due piloti nuovi. Sembrano molto lontani quei tempi, ma sono passati appena quattro anni. Per il 2017 ci aspettiamo un anno particolarmente difficile perchè sicuramente la parte tecnica sta migliorando ma il livello generale della MotoGP si sta alzando. Anche altre moto che prima davamo per scontato di metterci alle spalle, sono cresciute molto. Dobbiamo affrontare questa stagione con uno spirito veramente combattivo e non dovremo abbatterci nei momenti più difficili, perchè probabilmente ce ne saranno, anche di più di quanti ce ne sono stati negli ultimi due o tre anni»
Adesso che vi siete separati, all’interno di casa Guidotti si alzerà un muro, tipo quelli usati nei box di alcuni team in passato?
«Fortuna che non abitiamo più assieme da un bel pò! Scherzi a parte, non è la prima volta che corriamo contro, è successo per tanti anni. Abbiamo corso in Pramac per la stessa squadra, con gli stessi obiettivi ma in SBK eravamo in squadre diverse e spesso entrambi in lizza per il mondiale, quindi non è una situazione nuova. Magari si ripresentasse qui la stessa difficoltà, vorrebbe dire che siamo noi che ci siamo avvicinati a Pedrosa! Era un periodo particolare quello della SBK. Ci vedevamo al giovedì e spesso ci rivedevamo direttamente la domenica sul podio, quindi sono davvero bei ricordi»
L’anno scorso c’è stata un pò di maretta in Pramac per stabilire a chi dare o non dare la moto ufficiale per il 2017. Com’è la situazione oggi tra i due piloti?
«Io non direi che c’è stata maretta, ma è innegabile che abbiamo dovuto prendere una decisione importante e difficile, perchè di moto ufficiali ce n’era solo una da assegnare. E quindi siamo stati costretti a mettere i piloti in competizione fra loro per assegnarla. E’ una decisione che abbiamo preso assieme a loro, parlandone e facendo capire che ci si giocava qualcosa di importante. Loro sono stati d’accordo e da una certa gara in poi abbiamo iniziato a monitorare la “classifica” interna. Abbiamo cercato di concordare con loro la questione meglio che potevamo, e credo che siamo stati trasparenti al 100%. Abbiamo fatto un mini campionato interno e ad essere sinceri, in alcune gare ci è sembrato che i piloti badassero più a marcarsi l’un l’altro che ad andare più forte degli altri in pista. E’ un dubbio che abbiamo e che ci resterà, perchè ovviamente non puoi sapere come sarebbe andata senza questa sfida interna che li ha coinvolti molto. L’episodio di Aragon ha anche un pochino compromesso i rapporti tra loro per più di un gran premio, più a livello personale che a livello professionale. A noi ovviamente piace che ci sia un buon clima nel box, ma già a Phillip Island hanno preso casa assieme, si sono chiariti e si è ripristinata quell’atmosfera che piace a noi di Pramac»