Superbike
Honda SBK, il problema è la Cosworth?
Il progetto 2017 Honda in SBK non riesce a decollare. La tragedia di Hayden ha il suo peso, ma la moto in pista non migliora e il ritardo è palese. Prima imputata la gestione elettronica
La stagione 2017 Honda in SBK è molto complicata, per utilizzare un eufemismo. Se all’inizio del campionato il team Ten Kate poteva lamentarsi di aver ricevuto la moto in ritardo (solo sei settimane prima dell’inizio del mondiale) ormai sono trascorsi oltre sei mesi, e non c’è ombra di miglioramento nelle prestazioni della Fireblade SP2. La tragedia che ha colpito la squadra, può in qualche modo aver tolto serenità a chi lavora sulla moto. Ma nel Racing, “pazienza” è un termine che non esiste. I risultati devono arrivare velocemente, e le attuali prestazioni della CBR sono quasi motivo di imbarazzo per il gigante di Tokyo, che, lo ricordiamo, resta il primo Costruttore al mondo. La Honda non è abituata a lottare per la top ten, non è abituata a non vedere almeno un pilota sul podio. Questa situazione in SBK sta diventando troppo pesante per tutti. L’arrivo di uno sponsor munifico come Red Bull, con un budget di altissimo livello, avrebbe dovuto letteralmente mettere le ali al progetto.
Sembra che la ragione per questa autentica debacle sia di carattere elettronico. La ciclistica della CBR non è ancora perfettamente a punto, ma non può essere così disastrosa come i risultati suggeriscono. Sull’elettronica invece ci sono dei dubbi, che hanno motivazioni molto fondate. L’attuale partner tecnico di Honda in SBK per la gestione elettronica è la Cosworth, che prende anche in carico i motori per la revisione.
La Honda è l’unica a non utilizzare l’elettronica Magneti Marelli in SBK, utilizzata praticamente da tutti i team ed anche dalle stesse squadre Honda che partecipano ad altri campionati nazionali SBK, e persino alla 8 Ore di Suzuka. Secondo il sito tedesco Speedweek, il boss del team Holzhauer Honda, che corre nel campionato IDM, è rimasto talmente sorpreso dalle difficoltà di Bradl in SBK da proporre di fargli provare la sua moto, che è equipaggiata con elettronica Marelli. Nel 2016 la gestione dei motori era sempre affidata a Cosworth, ma l’esperienza di tanti anni su quel motore ha probabilmente aiutato nell’individuare un punto di equilibrio tra potenza ed erogazione.
Sembra infatti che il vero tallone d’Achille della moto 2017 sia l’erogazione della potenza, troppo aggressiva ed in grado di squilibrare completamente la moto. Si è enfatizzata eccessivamente la ricerca di CV, penalizzando il carattere del motore, fino a renderlo difficile da guidare. Adesso si aspetta il round di Laguna Seca, una pista su cui Stefan Bradl nel 2013 fece una gara spettacolare con la Honda RCV del Team LCR, finendo alle spalle del vincitore Marquez dopo aver condotto la gara per 20 giri. Nel 2017 sarà molto difficile ripetere exploit di quel tipo.
Resta la curiosità per Bradl di provare la moto che porterà in gara a Suzuka, in squadra con Dominique Aegerter e Josh Jook alla Ore. Quella moto sarà dotata di elettronica Magneti Marelli, ed è stata sviluppata direttamente dalla HRC in vista della Endurance. Come da tradizione, ogni anno dopo la gara di Suzuka le Case giapponesi portano importanti sviluppi in SBK, ma nel caso di Honda la differente gestione elettronica costituisce un muro praticamente invalicabile.
Con le pessime figure rimediate in F1, alla Honda non fa ovviamente piacere una situazione così catastrofica anche in SBK, ma sembra che in questo momento abbia le mani legate. Le voci sul passaggio alla centralina unica Marelli per il 2018 potrebbero costituire il punto da cui partire per Honda, sulla strada della ricerca della competitività in SBK.