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Quando a vincere è il pilota sbagliato!

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Come si è sentita la grande Ducati quando a tagliare in prima posizione il traguardo del Red Bull Ring c’era il pilota “sbagliato”? Proviamo a raccontarlo!

Immaginatevi di essere nei panni della Ducati, di essere per un istante la personificazione di un Marchio: 5 anni e 302 giorni che non vinci una gara di Motogp. Oppure immaginatevi di essere il direttore di Ducati Corse da tre anni, l’uomo, l’ingegnere e manager assunto per far rinascere un Reparto Corse precipitano nell’oblio. Pensate alla voglia di riscatto, alla voglia di vincere. Pensate di provare ad  afferrare una vittoria che sembra sempre sfuggire quando stai quasi per assaporarla.

Tante illusioni e delusioni, tantissimi sorrisi beffardi degli avversari. A questo punto dite: basta! Ormai pensate solo alla prossima stagione, investite nel futuro, investite per una rinascita completa. Pensate a tutti i soldi spesi per riprogettare la moto, la campagna acquisti iniziata con il ritorno di Casey Stoner a Bologna come collaudatore, l’acquisto di un top rider del calibro di Jorge Lorenzo, la riduzione del budget per gli altri piloti, tutto per presentarsi nel miglior modo possibile alla resa dei conti e…arriva Spielberg. Non Steven, anche se sembra di essere “Ai confini della realtà”, ma il Red Bull Ring.

@DUCATI PRESS

La pista austriaca in cui le Ducati nei test di luglio hanno fatto faville, in particolare con Iannone. La tensione è altissima, la posta in gioco pure, la vittoria annunciata prima del tempo. Ora pensate a Gigi Dall’Igna e come, da buon veneto, abbia vissuto e imprecato negli ultimi giri quando Andrea Dovizioso non è riuscito ad agguantare Andrea Iannone.

Ha vinto il pilota sbagliato, quello che non ha accettato la riduzione di stipendio, quello che l’anno prossimo guiderà una Suzuki. Poco male, una vittoria è sempre una vittoria, anzi è una doppietta: che i festeggiamenti abbiano inizio!

Per i tifosi ha vinto una Ducati, la stessa che non vinceva dall’epoca di Casey Stoner, uno dei più amati tra i piloti della rossa di Bologna.

Cosa rimarrà di questa vittoria a un ducatista? Sicuramente in tutti noi rimarrà scolpita l’immagine di Gigi Dall’Igna mentre bacia la “figlia” dispettosa, l’immagine di un uomo che si è messo in gioco e ha vinto. Ma resterà anche l’amarezza per un’attesa di quasi sei anni che alla fine ha premiato l’altro. Ha premiato il pilota che ha fatto lo strike più clamoroso della storia di Borgo Panigale. Ha premiato il pilota che a fine anno andrà verso Hamamatsu. Ha premiato il pilota sbagliato!

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