MotoGP
Angel Nieto e il racconto della sua storia: «Nella mia vita ho fatto l’impossibile»
Abbiamo cercato di raccontare Angel Nieto in ogni modo, ma le sue parole, il suo sguardo, sono il miglior modo per ricordare un grandissimo campione che ci ha lasciato
Non è assolutamente un segreto che quando viene a mancare un grande campione dello sport, in qualsiasi redazione ci sia subbuglio. Si cerca di scrivere qualcosa che parli di quel campione, si cerca di disegnare nel migliore dei modi un ritratto di chi ci ha lasciati. Nel caso di Angel Nieto, ci sarebbero pagine e pagine di episodi da raccontare, di storie incredibili da mettere in fila per cercare di delineare al meglio un personaggio magnifico che è stato protagonista assoluto di un motociclismo che non c’è più. Ma abbiamo preferito lasciare il nostro ricordo di Angel Nieto, alle sue stesse parole. In questa intervista del nostro repertorio del 2001 al Sachsenring, ultimo anno del due tempi con la 500 pronta a passare il testimone alla MotoGP, il campionissimo spagnolo parla della sua storia. Del modo in cui ha affrontato la vita e le corse, dei duelli in pista su tracciati pericolosi in un’epoca in cui perdere un amico in pista era purtroppo la norma e non avevi mai la certezza di tornare a casa alla domenica sera. Parla della sua amata Assen, della soddisfazione di aver battuto Giacomo Agostini nell’Università della Moto, il tracciato olandese nella sua conformazione originale. Ciao Angel.