Superbike
Johnny Rea, il guerriero gentile in Kawasaki
Intervista al campione del mondo in carica della Superbike, il britannico Jonathan Rea: un ragazzo gentile con l’anima del guerriero. Fresco di rinnovo con Kawasaki, vuole restare re del WSBK per altri due anni
Da quando è arrivato in Kawasaki nel 2015, il nordirlandese Jonathan Rea è diventato il leader incontrastato del mondiale Superbike. Il binomio che forma con la Ninja ZX-10r è il candidato n°1 alla conquista del titolo anche in questa stagione e Johnny in questa intervista ci racconta quali sono i punti di forza di questa moto e quali sono le sue idee riguardo il futuro e la sua carriera. E’ freschissima la notizia del suo rinnovo con la Casa di Akashi che ha deciso di puntare tutto sul talento del britannico anche per i prossimi due anni. Ci ha messo tanto per vincere un mondiale e sembra che non abbia la minima intenzione di smettere.
Corri in SBK da molti anni, ma hai una moto davvero competitiva solo dal 2015. I fan della SBK hanno sempre amato il tuo stile aggressivo, che forse dipendeva molto anche dalla moto. Pensi che sia cambiato da quando sei in Kawasaki?
Sento di avere ancora lo stesso stile, penso di aver imparato molto in Honda e continuo a guidare nello stesso modo. Questa moto è più competitiva e questo forse mi permette di guidare in modo più morbido, ma continuo a spingere allo stesso modo. Ho uno stile aggressivo e dolce, una sorta di mix, e questo è davvero molto buono.
In questo periodo si è parlato molto di contratti e di età. Valentino Rossi correrà fino a 39 anni con Yamaha, hai mai pensato a quando smetterai di correre?
Adesso mi sento molto bene e sto parlando della mia carriera per i prossimi due anni e dopo credo che ci penserò su, ma non mi ci vedo a correre a 38 anni come Rossi anche perché sono sempre stato in gara da quando avevo 6 anni fino i 15 nel cross. Adesso ho due bambini ed è dura viaggiare tanto. Voglio raggiungere i miei obiettivi nelle gare e in campionato e dopo mi fermerò. Non sarò magari felice di fermarmi, ma dipenderà molto dalla mia competitività. Se sarò ancora competitivo, forse continuerò ancora.
Hai corso nel BSB e ci sono molti piloti che vengono da lì e che corrono oggi in SBK ed in MotoGP. Ti ricordi di quel periodo e di circuiti come Brands Hatch, Cadwell Park? Ti manca quel tipo di tracciato?
Ovviamente ci sono alcuni aspetti di quei circuiti che mi mancano molto, mentre altri meno. In Gran Bretagna abbiamo alcuni tracciati bellissimi ed anche molto sicuri, ma abbiamo anche molti tracciati tipicamente inglesi come Oulton Park o Cadwell Park. E’ molto divertente correrci, ma non credo che potrebbero mai essere omologati per gli standard di oggi. C’è una parte di me a cui piace tantissimo quel tipo di guida ma oggi corro nel campionato del mondo, ed oggi si va sempre più forte ed anche la sicurezza deve migliorare di pari passo e non andare al contrario. Per questo preferisco correre qui.
Ducati e Honda hanno chiuso gran parte del gap con la Kawasaki. Ma la Kawasaki quest’anno ha presentato un modello nuovo, con tante specifiche diverse. Qual è l’attuale livello delle moto?
La Kawasaki è ancora allo stesso livello e di certo la Ducati è più vicina. In realtà noi abbiamo una moto nuova che ha un grande potenziale, ed ancora non l’abbiamo scoperto del tutto. Stiamo ancora imparando tanto dalla moto e gara dopo gara andremo sempre meglio.
Tu hai provato la MotoGP con la Honda e qualche volta si vocifera di un ritorno della Kawasaki in MotoGP. Cosa faresti se avessi la possibilità di passare in MotoGP con la Kawasaki?
Io sono davvero felice qui in SBK. Mi immagino di finire la mia carriera qui in questo paddock ma ovviamente al momento non lo so. Vedremo come andrà.
Quando hai vinto il mondiale l’anno scorso a Jerez, hai indossato il casco di Joey Dunlop per festeggiare. Hai mai pensato di correre al Tourist Trophy?
Non ci ho mai pensato. Per me non sarebbe interessante correrci, ma adoro andare lì a vedere le gare, ho tanto rispetto per quei piloti. Ma quello non è il mio genere di gare. Sono davvero felice ogni volta che ho la possibilità di andarci da spettatore e godermi quell’atmosfera.
Hai corso e vinto a Suzuka alla 8 ore. L’anno scorso c’è stata tanta attenzione su quella gara per la partecipazione di Stoner. Qual è il tuo ricordo più bello legato a quella gara?
E’ il ricordo più bello della mia carriera la vittoria a Suzuka alla 8 ore, forse anche di più della vittoria nel mondiale l’anno scorso. Perché è stato un episodio molto emozionante, è una gara durissima si corre per un’ora a turni. Si corre in due ed ognuno corre per 4 ore con cambi ogni ora. Un’ora corri ed un’altra ti riposi. Ci sono i pit stop, e l’intero team è coinvolto nella gara. C’è una differente strategia ed è un modo di correre diverso. Ho sentito che è stata una grande vittoria e mi piacerebbe tanto tornarci in futuro, mi interessa molto farlo.
Quest’anno hai una moto molto competitiva, ma qual è la parte più forte del pacchetto?
Penso che la parte più forte della moto è la stabilità quando entri in curva, ed anche l’elettronica è molto efficace. Non credo ci sia un’area in particolare in cui la moto è davvero migliore, penso che sia ottima in tutte le aree. Possiamo migliorare molto in ogni area, ma il package attuale è davvero ottimo. Mi aspetto passo dopo passo e gara dopo gara di diventare sempre più forti e di imparare sempre di più dalla moto riguardo l’elettronica e questo tipo di motore. Allora saremo davvero a posto.