MotoGP
Jorge Lorenzo: la crisi bagnata e la valigia già fatta
La pioggia e l’imminente partenza in direzione Ducati hanno tarpato le ali a Jorge Lorenzo, estromettendolo dalla lotta per il mondiale. Cosa c’è dietro la serie di gare no dello spagnolo?
Il Jorge Lorenzo che vince al Mugello con 18 millesimi su Marquez, allungando il suo primato in classifica, e stampando il suo quinto podio su sei gare è ormai lontano. La classifica odierna, dopo altre sei gare, lo vede infatti a 64 punti da Marquez. Il biglietto di sola andata per Borgo Panigale, la mancanza di feeling sul bagnato ed un campionato con molti protagonisti inattesi, sembrerebbero essere le cause della resa al titolo del Campione in carica.
Per i campionissimi moderni della MotoGP vivere in un limbo di certezze, di serenità ma soprattutto di stimoli, sembra essere importante al pari di avere una moto vincente. Jorge Lorenzo, emblema di questa scuola di pensiero, ha sempre dimostrato negli anni come a seguito di un rinnovo di contratto, potesse dare quel qualcosa in più che solo i grandi campioni riescono a dare.
In questi 9 anni di Yamaha, il Martillo ha sempre sofferto l’avvicinarsi della scadenza del contratto, diventando poi imbattibile nel week end del rinnovo. Ricordiamo la serie di 4 vittorie consecutive messe a segno dallo spagnolo nel 2015 dopo aver rinnovato con Yamaha per il 2106. Entrando nei dettagli del faraonico contratto firmato con Ducati per il futuro, è stato reso noto che nessun tecnico attualmente impegnato con Yamaha e Lorenzo, farà parte del progetto futuro con la rossa. Questo sta a significare che al di la degli interessi ancora in piedi per il 2016, il maiorchino altro non è che un corpo estraneo all’interno del team.
Come se non bastasse, Lorenzo lascerà questa squadra così vincente nelle mani di Maverick Vinales, fresco vincitore a Silverstone, e con un’aura da predestinato. Insomma, ci sembra proprio che nelle quattro mura di Iwata non ci siano i presupposti di serenità per il mostro di cristallo che è Lorenzo. Probabilmente la Ducati si è fatta un doppio favore nel prendere Jorge Lorenzo ad inizio stagione e farlo sapere al mondo: quello di prendere un pilota forte e quello di togliere alla Yamaha un contendente al titolo.
Visti i numeri in campo, sarebbe comunque riduttivo pensare che le cause del periodo nero di Lorenzo siano solo di origine psicologica. Si parla sempre di piloti, ed il feeling con il mezzo meccanico, quando viene meno, è sempre causa di disagi. Dopo anni di assestamento con le Bridgestone intermedie e da bagnato, l’arrivo delle Michelin per Lorenzo deve essere stata proprio una brutta tegola. Il primo stop arriva infatti alla prima gara “umida” della stagione, quella in Argentina, seconda tappa dalla stagione.
Lorenzo era stato il faro nella notte del Qatar, dove aveva conquistato un brillante primo posto e partiva terzo in griglia in Argentina. Con pista a tratti umida il maiorchino dopo una buona partenza perde l’anteriore e va in terra quando già era lontano dai primi. Ritorna l’asciutto e ritorna Jorge Lorenzo. Due secondi e due primi posti nelle gare a venire, fino allo stop forzato causato dallo strike di Iannone in Catalogna. Arriva Assen, bagnato, decimo. Poi c’è Sachsering, bagnato, quindicesimo. Torna il sereno e riesce Lorenzo, terzo in Austria dietro due missili desmodromici.
La pioggia di Brno e l’asfalto infido di Silverstone spengono di nuovo la lampadina con un diciassettesimo ed un ottavo posto, a riprova che l’elemento indigeribile per Jorge Lorenzo è l’H2o. Sembra che dopo questa analisi si possa parlare di crisi, ma di crisi bagnata. Mai come quest’anno il GP di San Marino sarà incerto. Nella Torcida Gialla di Misano ci saranno i soliti mostri sacri quali Marc Marquez e Valentino Rossi, che dichiara “sarà la gara più importante dell’anno“. Ci sarà un Maverick Vinales che sembra volare, e le Ducati che sfrutteranno i test fatti da Casey Stoner proprio qui a Misano. Non dimentichiamo poi le Honda di Cal Crutchlow e Dani Pedrosa pronte ad infilarsi nelle posizioni che contano.
Lorenzo ci sarà, ne siamo sicuri, a patto che il sole splenda in Romagna.
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