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Josh Brookes, il road racer più veloce in pista

L’australiano campione in carica del British Superbike Championship, ci parla delle sue esperienze in pista, sulle strade e in giro per i paddock di tutto il mondo. Pilota a 360°, Josh Brookes è uno dei pochi veri racer del panorama mondiale

Che si tratti di un circuito chiuso o di una Road Race, Josh Brookes è un pilota da tenere sempre d’occhio. L’australiano quest’anno correrà con il Team Milwaukee nel WSBK, portando in gara le BMW S1000RR. Nel 2013 ha sconvolto tutti annunciando la propria partecipazione al TT in squadra con Guy Martin e sbriciolando il record per i Newcomer, i debuttanti sul circuito del Mountain. Dopo tante stagioni buone ma nessuna davvero ottima, ha trovato nella R1 avuta a disposizione nel 2015 l’arma che gli ha consentito di vincere un meritatissimo titolo di campione britannico ed ora è pronto al salto nel mondiale.

Il tuo primo contatto con il paddock del WSBK è stato semplicemente incredibile. Hai vinto la gara Supersport nel round di Phillip Island nel 2004 alla tua prima gara come wild card. E’ stato molto tempo fa, 12 anni sono tantissimi nel mondo delle gare. Ora stai tornando in quel paddock, da campione in carica della BSB. E la prima gara della stagione è proprio a Phillip Island. Non pensi ci sia una sorta di Karma in questo?

Mi piacerebbe poter sognare di ripetere quella gara da sogno, ma in realtà le dinamiche delle gare sono così complesse che io posso solo tentare di fare il massimo e sperare anche di avere un po’ di fortuna dalla mia parte.

Nel British Superbike hai trovato la tua dimensione e vinto un grande campionato nel 2015. Qual’era la parte mancante negli anni precedenti, forse è stata la nuova R1 ad esere perfetta per te?

Sì, la R1 è davvero una moto speciale e mi è piaciuto tantissimo portarla in gara. Ma senza dubbio la vera forza trainante è stato il gruppo di tecnici con cui ho lavorato nel 2015. Stewart Winston è il mio capotecnico e lavora in modo davvero speciale per trovare il meglio per le mie esigenze. Questo è stato il vero elemento mancante nelle passate stagioni.

Dalla Supersport al WSBK. Da BSB alla 8 ore di Suzuka, passando per un incredibile record da Newcomer al TT. Una volta questo genere di versatilità era la norma per qualsiasi pilota. Ora tu sembri una specie di alieno in un mondo governato solo da soldi ed altri interessi. Perché? Il mondo del Motorsport sta cambiando forse troppo?

Io sono una persona con un’enorme passione per le moto, di ogni tipo. Ogni cosa che faccio in questo sport, la faccio con il cuore. Penso che questo sia stato un po’ perso nei tempi recenti da tanti altri piloti.

I circuiti chiusi e le strade aperte. Tu sei davvero veloce su entrambe. Ci puoi spiegare qual’è la differenza più grande tra questi due tipi di gare?

Questa è un’ottima domanda, ma è difficile mettere la risposta nero su bianco. Il miglior modo che trovo per descrivere la differenza è questo:

Pista – Guidi al limite delle possibilità del pacchetto. Al limite delle gomme, delle sospensioni, del telaio. Senza alcuna considerazione riguardo il rischio.

Road Race – Guidi al limite della tua confidenza. Di certo la moto è molto importante, ma tu hai un peso ancora più determinante su ciò che puoi fare.

Hai avuto Guy Martin come compagno di Team nel Tyko Suzuki quando hai fatto il tuo primo tentativo al TT di Man nel 2013. Guy ha lasciato tutti senza parole quando ha annunciato di non voler partecipare al TT nel 2016. Ha detto che non si tratta di un addio, ma che di certo quest’anno non vuole correre a Man. Cosa ne pensi tu?

Guy è un ragazzo con un carattere piuttosto complicato e credo che davvero pochissime persone possano capirlo. Non so come mai abbia fatto questa scelta. Se tu potessi vivere nei suoi panni ogni giorno, forse solo in questo caso cominceresti a capirci qualcosa!

La scorsa stagione hai dato un importante contributo allo sviluppo della nuova R1. Passo dopo passo, la moto è migliorata e nelle ultime gare era davvero veloce. Ora devi ricominciare, con una nuova moto per te, la BMW S1000rr. Dopo i primi test, puoi spiegarci le differenze tra queste due moto?

Fin dai primi giorni in sella, devo dire che le moto sembrano molto simili. Abbiamo sviluppato l’R1 una qualcosa di davvero grande l’anno scorso. Ho lo stesso team di tecnici e abbiamo anche l’aiuto di BMW per far diventare questa moto qualcosa di ancora migliore rispetto al lavoro fatto lo scorso anno.

Carl Fogarty, Troy Bayliss, Tom Sykes. E la lista è molto più lunga! Tutti campioni della BSB, tutti campioni della WSBK. La scuola racing britannica è davvero tanto migliore di altre. Perché la BSB è letteralmente una fucina di Campioni del Mondo?

Si, la BSB è un ottimo palcoscenico. Penso che la ragione sia piuttosto semplice dopotutto. Il campionato è ben organizzato ed ottimamente promosso. I team possono mettere in pista moto competitive con un budget ragionevole e la competizione è durissima. I piloti sono pagati, sono dei veri professionisti e non devono preoccuparsi dei soldi. Ci sono tanti altri ottimi piloti in altri campionati, ma non hanno la stessa visibilità e soprattutto non imparano a competere allo stesso livello professionale.

Qual’è il tuo obiettivo realistico per il primo anno in WSBK con il team e la nuova moto, la BMW?

E’ molto difficile rispondere a questa domanda a questo punto dello sviluppo (abbiamo passato solo due giorni in pista) ma cercherò di rispondere in ogni caso. Ci sono molti elementi che devono incastrarsi fra loro, ma è pluasibile avere come target il podio e stare regolarmente tra I primi sei.

Pensi che tornerai a Man oppure alla Northwest 200 in future? E magari anche a Suzuka, a finire ciò che hai iniziato?

Tornerò di certo a Suzuka, uno dei miei tracciati preferiti su cui adoro correre. Quest’anno ci correrò di nuovo. Per la NW200 bisognerà attendere che facciano qualche modifica al tracciato prima che possa tornare a correrci. Per quanto riguarda il Tourist Trophy a Man, spero di poterlo rifare ma non sono certo di quanti anni ci vogliano prima che possa tornare a correrci.

Nel BSB ci sono alcuni fantastici tracciati vecchia scuola. Brands Hatch, Cadwell Park ed altri. Quale ti mancherà di più?

Si, questi tracciati vecchia scuola sono popolarissimi anche tra i fan. Permettono di stare vicino all’azione e sentire l’atmosfera delle gare completamente, annusandola letteralmente. Il tracciato che mi mancherà più di tutti è Thruxton.

Josh Brookes and developing the R1 [VIDEO]

Marco Caregnato

Nel 1984, da bambino, ho avuto il mio primo contatto con una moto. Mi sono ustionato la mano! Non ho più smesso di amarle...

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