Superbike
La storia di Kawasaki in SBK, dagli esordi alla vittoria n°100
Viaggio all’interno della storia della Casa di Akashi nel mondiale SBK, dagli esordi alle vittorie 99 e 100 firmate Tom Sykes e Jonathan Rea
100 vittorie. Cifra tonda, numero e traguardo importante raggiunto dalla casa di Akashi grazie alle vittorie nel round di Donington Park firmate da Tom Sykes in gara 1 e Jonathan Rea nella seconda frazione. Un traguardo importante per un Costruttore sempre presente al pari di Ducati nel mondiale SBK, fin dalla sua nascita targata 1988.
All’esordio nel mondiale le moto di Akashi sono portate in pista da piloti di assoluto rilievo: Robert Phillis, Eric Delcamp, Adrien Morillas più qualche wild card durante la stagione. La prima vittoria della Kawasaki arriva già nel 1988 grazie al francese Adrien Morillas in gara 2 a Budapest. L’anno seguente è avaro di soddisfazioni per la casa giapponese nonostante potesse contare ancora su Phillis ed il giovane Slight per una quinta posizione finale nella classifica Costruttori.
Il vento sembra cambiare già nel 1990 con Phillis e Doug Chandler che centrano 2 successi a testa con Kawasaki che chiude al quarto posto nel Costruttori a quota 301 punti. Nel 1991 di nuovo nessuna vittoria per lo squadrone Kawasaki ma tanti piazzamenti sul podio e terza posizione finale nel Costruttori con 351 punti, -4 dalla piazza d’onore occupata da Yamaha. L’anno seguente sono ancora Phillis e Aaron Slight a caricarsi la squadra Kawasaki sulle spalle: arrivano però solamente 3 vittorie ma la verdona si piazza al secondo posto nel costruttori con 385 punti dietro all’imprendibile Ducati.
Nel 1993 arriva il primo titolo mondiale per Kawasaki grazie allo statunitense Scott Russell che però centra solamente 5 vittorie contro le 11 di Fogarty. Si piazza al secondo posto Costruttori con 441 punti contro i 480 di Ducati. Il 1994 è un anno chiave per la Casa di Akashi che ha la concreta possibilità di bissare il titolo ottenuto l’anno prima. Russell centra 9 vittorie ma deve arrendersi allo strapotere di Fogarty in sella alla neonata 916. Una vittoria se la prende anche il giovane Gobert in gara-2 in Australia. La bacheca per il costruttori rimane ancora vuota, con un altro secondo posto dietro a Ducati.
Nel quinquennio 1995-2000 saranno appena 9 le vittorie portate a casa dai diversi piloti della casa di Akashi, con il solo Anthony Gobert capace di portarne a casa 5 ma in 3 anni. Lo score di vittorie non migliora nemmeno negli anni successivi, complice anche una moto al limite dello sviluppo come la ZX-7r e scelte dirigenziali della Kawasaki non completamente chiare. Arriva una sola vittoria, con Chris Walker ad Assen nel 2006 con la ZX-10r, la prima moto a cilindrata piena a competere in campionato con i colori di Akashi. Questi sono anni piuttosto bui per la verdona, nonostante il campionato costruttori li veda sempre ai piedi del podio finale. Kawasaki però mantiene l’impegno nel Mondiale non uscendo di scena e lavorando costantemente per migliorare l’erede della ZX-7r, l’unica Ninja a potersi fregiare di un titolo mondiale.
Manca un punto di riferimento, un team ufficiale in grado di dettare lo sviluppo della moto che dalla sua introduzione viene affidata solamente ai team privati che fanno quello che possono per contrastare lo strapotere di Ducati, Suzuki, Yamaha ed Honda con moto nuove e già pronte per vincere. Bisogna attendere fino al 2010 per vedere qualcosa muoversi sul fronte team ufficiale per la casa di Akashi e l’arrivo di Tom Sykes, proveniente da Yamaha. Il 2010 vede terminare Kawasaki all’ultimo posto nel Costruttori ma già nel 2011 si può vedere la luce in fondo al tunnel. La gestione delle Kawasaki ZX-10r ufficiali è affidata prima al team inglese di Paul Bird e dal 2012 al team spagnolo Provec gestito da Guim Roda, che ha vinto tanto in Supersport e sbarca nella top class.
Tom Sykes centra la pole a Misano e la prima vittoria al Nurburgring dopo anni di digiuno. E’ l’uomo chiave della rinascita della casa di Akashi grazie al metodo di lavoro del team Provec Kawasaki Racing che prepara al meglio le ZX-10R ufficiali. Nel 2012 Kawasaki arriva vicinissima a prendersi quel titolo che manca dal 1993. Sykes centra 9 pole e 4 vittorie e perde il confronto con Biaggi per solo mezzo punto in un finale beffa.
Il 2013 finalmente è l’anno buono per centrare nuovamente l’iride. Arriva il titolo a 20 anni da quello di Russell ma sfugge ancora la corona Costruttori, che va ad Aprilia. 9 vittorie ed 8 pole per Tom Sykes e primo titolo in carriera per l’inglese, a 20 anni esatti dall’ultima volta che un pilota in sella ad una Ninja può festeggiare un titolo.
L’anno successivo, il 2014, vede Sykes ancora grande protagonista, desideroso di non fermarsi dopo il titolo 2013. Arrivano 8 vittorie ma il titolo gli sfugge per 6 punti contro Sylvain Guintoli. Incide moltissimo anche il mancato rispetto di ordini di scuderia da parte di Loris Baz, che non aiuta Sykes nelle battute finali. Kawasaki ancora a secco per quanto riguarda il Mondiale costruttori.
Il resto ovviamente è storia recentissima con l’ingaggio di Jonathan Rea dal 2015. Forse era proprio Rea il tassello che mancava alla Casa di Akashi per essere davvero vincente su tutti i fronti e finalmente conquistare anche il Mondiale Costruttori. Titolo costruttori che arriva dopo il primo mondiale in carriera per Rea che centra 14 vittorie più le 4 di Sykes, in una stagione perfetta.
Nel 2016 Kawasaki fa ancora meglio centrando entrambi i titoli con Rea e Sykes ai primi due posti della classifica mondiale. 9 vittorie per Rea e 5 per Sykes e 582 punti nel Costruttori. L’inizio del 2017 vede la casa di Akashi lanciatissima per demolire ancora i record che mancano e fare ancora incetta di titoli. 10 vittorie tra Rea e Sykes e finalmente raggiunto il traguardo delle 100 vittorie nelle derivate di serie, da parte di una Casa che non ha mai smesso di credere nella SBK.