yamaha m1 valentino rossi
Quando nacque l’idea di passare al 4 tempi nel campionato mondiale velocità, la Honda stupì il mondo con la sua fantastica Rc 211, la 1000 cinque cilindri con cui Rossi dominò i primi due anni della neonata MotoGP. La rivale di Iwata, la Yamaha che all’epoca poteva contare su Biaggi nel team di punta, prese l’impegno con un leggero ritardo ed arrivò a schierare una M1 che nella sua versione iniziale non aveva neanche la cilindrata piena e contava su un motore strettamente derivato dalla YZF R7 utilizzata da Haga nella WSBK.
Dopo due anni di pochissime gioie e tante difficoltà, arrivò il Dottore Valentino Rossi assieme a Jeremy Burgess a prendere per mano il reparto corse della Yamaha ed accompagnare la M1 nel suo percorso che l’ha fatta diventare la moto di riferimento per il suo equilibrio e la sua polivalenza su tutti i tracciati del mondiale. La moto è migliorata gradualmente, passando attraverso le varie rivoluzioni regolamentari e diventando quella che nel 2015 è stata senza dubbio la migliore MotoGP in pista, capace di coniugare una guidabilità estrema a doti velocistiche invidiabili.
Lunedì il Team Yamaha svelerà l’ultima incarnazione di questo incessante sviluppo, la moto che affronta l’ennesima rivoluzione regolamentare ma che resterà fedele ai propri principi ispiratori dettati dal DNA di Iwata. Ecco un filmato che ne mostra l’evoluzione della Yamaha M1 e sintetizza in meno di un minuto una storia di immenso lavoro di sviluppo che ha visto coinvolti centinaia di ingegneri, tecnici e piloti in quasi 15 di storia dei GP.
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