MotoGP

L’EDITORIALE: dieci anni senza il Sic

La mattina del 23 ottobre resterà scolpita nella memoria di chi ama la MotoGP. Sono passati dieci anni da quella mattina in cui Simoncelli è andato via

In dieci anni ne cambiano di cose. Ma, alla fine dei conti, tutto torna. Può essere un caso che il 23 ottobre 2021 la MotoGP si ritrovi sul circuito dedicato a Marco Simoncelli, o può essere destino, perché Marco Simoncelli dieci anni fa ha lasciato tutti quanti.

Sembrava una domenica come le altre, il mondiale Stoner l’aveva vinto sette giorni prima a Phillip Island, mancavano due gare alla fine della stagione. Ma il GP Malesia del 2011 ha cambiato per sempre la vita di tanti appassionati. 

Secondo giro della gara della classe regina, curva 11. Marco Simoncelli sta per scivolare, quindi prova a controbilanciare la moto buttandosi giù dalla sella dalla parte opposta. Quando la moto è dritta, però, Marco non riesce a rimettersi su, e la sua moto scivola inesorabilmente verso il centro della pista. Alle sue spalle sopraggiungono a tutta velocità gli altri piloti. Due, in particolare, lo colpiscono in pieno: si tratta di Colin Edwards, che cade insieme a lui, e Valentino Rossi, che per miracolo resta in piedi. 

Il casco del Sic schizza via. L’ultima immagine della gara, prima della bandiera rossa è il corpo di un pilota di 24 anni, steso sull’asfalto senza casco. 

Dopodiché, il caos: i soccorsi, l’eliambulanza che dopo un po’ va via, vuota, l’annuncio ufficiale di Dorna e le lacrime dei piloti. «Marco Simoncelli è morto alle 10.56 per le conseguenze dell’incidente avvenuto nel corso del secondo giro del GP Malesia».

Sono passati dieci anni, la famiglia Simoncelli ha fatto qualcosa di meraviglioso per omaggiare Marco: la fondazione, prima, il team, poi. Paolo Simoncelli è un uomo fortissimo e coraggioso, che è tornato sulle piste del motomondiale che gli hanno strappato via una delle persone più importanti della vita, per star dietro a ragazzini che come suo figlio hanno il sogno di «andar forte con le moto grosse».

Un ricordo doloroso, ma mai attuale come quest’anno, che di giovani piloti che hanno perso la vita in pista ce ne sono tanti. Sono passati dieci anni, eppure, a volte, sembra che non sia passato più di un minuto. Sembra ancora di sentire nelle orecchie la telecronaca di Meda e Reggiani che urlano di spavento dopo il contatto. Sono passati dieci anni, ma Marco manca come il primo giorno.

Cristina Scarasciullo

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