History
Da Losail 2007 a Losail 2015: si chiude il cerchio per Max Biaggi
Domenica la SBK correrà l’ultimo round di questa stagione 2015 in Qatar e gli occhi saranno tutti puntati su Max Biaggi, che regala ai tifosi e ad Aprilia l’ultima wild card della stagione. Tanti ricordi corrono all’edizione di Losail 2007, la gara di debutto del Corsaro nero in SBK
Questa storia nasce nel 2005, con l’appiedamento subito da Max Biaggi da parte della Honda. Carattere difficile, precisione maniacale ed estrema convinzione dei propri mezzi sono i tratti che disegnano finemente il carattere spigoloso di Max. Un pilota senza peli sulla lingua, che non ha mai risparmiato critiche a nessuno quando riteneva che fosse necessario dire la sua. Questo carattere ha reso nel tempo il pilota romano un personaggio scomodo, uno difficile con cui avere a che fare. Fare un paragone con le dichiarazioni post gara di Valentino Rossi durante le sue annate in Ducati rende bene l’idea di quello di cui stiamo parlando. Rossi è sempre stato maestro in questo, nel restare sempre politically correct con la propria squadra, i propri sponsor e con tutto il sistema motomondiale in generale.
Max al contrario non ha mai ragionato in termini di “convenienza” e ha criticato aspramente tutti nelle circostanze più variegate. Dalla Michelin alla Honda, dai tecnici del team al fornitore delle sospensioni. Eppure siamo certi che quel 2006 passato a casa è stato proprio l’anno della maturazione per Max, l’anno della consapevolezza definitiva e l’anno in cui ha deciso di voler giocare il tutto per tutto. Francois Batta al’epoca era il punto di riferimento della Suzuki in SBK attraverso la propria Alstare. Anche se fermo da un anno, Biaggi sarebbe comunque stato il pilota dal palmares più ricco a mettere piede in SBK e se non avesse avuto successo sarebbe stato un bel problema per tutti.
Batta era certo che Biaggi fosse ancora il talento cristallino capace di contrastare Mick Doohan nella stagione d’esordio in 500, la categoria cannibale di talenti per eccellenza. Il tentativo di portarlo subito in SBK già nel 2006 era fallito, dietro l’impossibilità di poter garantire a Max una moto ufficiale al pari dei titolari dell’epoca Corser e Kagayama che avevano un contratto già blindato. Matrimonio rimandato quindi al 2007, con un’esordio organizzato in grandissimo stile proprio sulla pista di casa di Max, l’amatissima Vallelunga su cui aveva mosso i primi passi in pista sulla moto di un amico, mostrandosi al mondo per l’incredibile talento che era.
Vedere Max guidare quella Gixxer nei primi test con la pulizia e lo stile che di solito erano propri per la MotoGP era uno spettacolo straordinario. Nessuna sbavatura, nessuna imperfezione. Solo tanta velocità di percorrenza, movimenti fluidi e traiettorie disegnate da Giotto. Avanti veloce ed eccoci a Losail il 24 febbraio 2007, per una stagione SBK che vede in griglia contemporaneamente Bayliss, Corser, Haga, Toseland, Lanzi e la ciliegina sulla torta, rappresentata appunto da Max Biaggi. Le qualifiche vedono Corser segnare la prima Pole Position in sella alla rinnovata R1 che condivide con Nitronori Haga, proprio davanti a Max, che ha ereditato la sella della GSX-R 1000 gestita dalla Alstare. Pronti via e si forma un trenino formato dalle due Yamaha, seguite da Biaggi e dall’arrembante Toseland.
Mentre la gara scorre, la selezione naturale porta il duo Biaggi-Toseland a prendere un certo vantaggio sui rivali, arrivando a lottare per la vittoria in un finale al cardiopalma, tipico della SBK di quegli anni. Max è determinatissimo e non si spaventa davanti al bullismo “superbikiano” del pianista gentile James Toseland. Il pilota inglese è dolce e tenero solo quando si trova sul palco, ma i colleghi in pista sanno bene che si trasforma in un vero mastino una volta abbassata la visiera. I due regalano un duello fantastico ai tifosi, con sorpassi e risposte senza esclusioni di colpi e con diversi mal di testa per i meccanici che assistono alla gara dai box, temendo di dover ricostruire le moto prima di gara 2.
Per fortuna lo spettacolo si traduce solo in un duello da annali del motociclismo, con Biaggi che va a vincere e ci mette qualche minuto prima di togliere il casco nel parco chiuso. In quei pochi minuti Biaggi ripensa al 2006 passato a casa, alla paura di non poter più correre in moto al top, alla grandissima rivincita personale presa nei confronti del paddock del Motomondiale. Max toglie il casco e sta piangendo. Felice, emozionato. Probabilmente ha urlato come un matto nel casco per tutto il giro di rientro e nel parco chiuso si gode finalmente la sua più grande vittoria. Una perla paragonabile a quella di Suzuka nel 1998, quando vinse la sua prima gara in 500.
Domenica Max correrà la terza wild card della stagione, il terzo rientro in pista dopo l’abbandono. Dovrebbe essere l’ultima gara di Max e il caso vuole che si disputi esattamente sullo stesso circuito che vide il suo debutto vincente in SBK, quasi a chiudere questo magico loop iniziato nel 2006. Una delle migliori annate dell’uomo Max Biaggi, che ha reso possibile le fantastiche successive del pilota Max Biaggi.