Superbike
La carriera di Marco Melandri è un invito a non arrendersi mai
Marco Melandri a Misano è tornato alla vittoria dopo un lungo digiuno durante il quale aveva anche detto addio al mondo delle due ruote
“Non smettere mai di provarci”. Questa è la lezione che ci ha dato a Misano un grande pilota. Marco Melandri, classe 1982, il 7 agosto compirà 35 anni: ormai il talento italiano non è più un ragazzino ma un pilota navigato. Da quando è stato richiamato alle corse da Ducati per sostituire Davide Giugliano in molti hanno gridato allo scandalo in quanto avrebbero preferito un giovane in sella al bolide rosso. Tantissimi ducatisti lo rinnegavano per i trascorsi in MotoGP targati 2008, ma Melandri ha preferito rispondere in pista: a tre anni dall’ultima vittoria a Magny Cours nel 2014 ed un periodo di inattività dopo aver risolto il contratto in MotoGP che lo legava ad Aprilia, Marco è tornato più umile e motivato che mai, pronto a dimostrare ai contestatori e al mondo intero che è ancora capace di vincere.
Ci sono volute 9 manche per riprendere gli automatismi delle gare, durante le quali ha comunque raccolto 6 podi…e finalmente alla decima è arrivata la prima vittoria in sella ad una Ducati. Tante? Poche? Difficile a dirsi, sicuramente un’impresa (quella di vincere con la Panigale) riuscita finora al solo Chaz Davies, beniamino delle folle e pilota con uno stile di guida agli antipodi rispetto all’italiano. Già in Gara 1 sabato Melandri aveva dimostrato di essere in forma buttandosi nella mischia come mai aveva fatto quest’anno. Ma il vero capolavoro l’ha fatto domenica: senza l’ingombrante presenza del compagno di squadra infortunato -CLICCA QUI PER IL VIDEO DELL’INCIDENTE- ha preso in mano le redini della squadra portandola in trionfo su una pista tabù come Misano, riuscendo addirittura a vincere per distacco sulla coppia Kawasaki.
Questo ci dimostra anche quanto sia cresciuta la Panigale nell’ultimo anno anche se ancora non è competitiva su tutti i circuiti come la Kawasaki ZX-10R; “Macio” ad oggi è sinonimo di garanzia, infatti ha vinto con qualsiasi moto abbia corso in SBK: Yamaha (4), BMW (9), Aprilia (6) e Ducati (1), 4 Case costruttrici per un totale di 20 vittorie che lo collocano ad un passo dal pilota italiano più vittorioso di sempre in WSBK ovvero Max Biaggi, che di vittorie ne vanta 21. Se i tanti trionfi dimostrano il suo talento, il dato statistico ci ricorda anche quanto Marco Melandri sia incostante nell’arco di una stagione. Nonostante le tante vittorie, ancora non è riuscito a conquistare un Mondiale nelle derivate dalla serie. Questo è il più grande limite di Marco: la costanza. Quando finalmente riuscirà a trovarla sarà una bella gatta da pelare per tutti. Dite che è “vecchio”? Ci son piloti più vecchi sempre considerati da Mondiale e poi c’è l’esempio di Biaggi che ha vinto il suo secondo titolo WSBK a 41 anni. Tutto questo porta a dire che per Melandri non è ancora giunto il momento di smettere di provarci.
Nel frattempo in Ducati gongolano: dopo un inizio altalenante sia in SBK che MotoGP la vittoria è arrivata e la casa italiana è l’unica ad aver trionfato nelle due competizioni più importanti del motociclismo. Scusate se è poco.