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Melandri sogna il ritorno in Superbike

Dopo una stagione da dimenticare, termina il rapporto tra Melandri e l’Aprilia in MotoGP. Futuro in Yamaha SBK con Sykes?

Termina una delle più lunghe e sofferte agonie della storia delle corse. Le strade di Marco Melandri e della Aprilia RS-GP si separano definitivamente. Un’avventura che era partita male e proseguita anche peggio. La storia inizia a novembre del 2014, con l’Aprilia che annuncia il ritiro del team ufficiale in SBK e la decisione di anticipare l’ingresso in MotoGP di un anno.  Quest’annuncio viene accolto molto male da Macio, che vede sfumare la possibilità di lottare per un Mondiale SBK e viene dirottato sul programma MotoGP. Il contratto del ravennate parla chiaro, essendo stretto con Aprilia Racing. Ma l’Aprilia Racing non schiera moto in SBK bensì in MotoGP. La squadra che è destinata a schierare le RSV4 nella SBK è la Red Devils di Roma, un’ottima struttura ma non un’emanazione diretta del Reparto Corse di Noale.

Melandri fa il possibile per cercare di restare nel campionato delle derivate dalla serie ma il contratto lo vincola a correre con Aprilia Racing, di conseguenza deve per forza sposare questo nuovo progetto. Convinto di essere praticamente costretto a correre in MotoGP, Macio sale in sella alla RS-Gp, da molti ritenuta non matura per debuttare nel campionato prototipi. Il primo impatto è drammatico, con il ravennate che non riesce assolutamente a guidare la moto e portarla al limite.

Le tentano tutte in Aprilia: gli fanno anche provare una RSV4 Superbike con gomme Bridgestone e freni in carbonio, nel tentativo di farlo acclimatare più facilmente. I risultati sono pessimi e Melandri in pista gira lontano anni luce sia dai primi della classe che dal proprio compagno di squadra, Alvaro Bautista. Lo spagnolo è un ottimo pilota, uno tosto che affronta con estrema professionalità l’impegno. Marco in teoria dovrebbe come minimo essere allo stesso livello del team mate.

La realtà è molto peggio e Melandri prende anche tre secondi al giro dal compagno di squadra, navigando costantemente in ultima posizione in tutte le sessioni cronometrate di ogni singolo gran premio. Anni fa, un certo Mick Doohan dichiarò che a suo modestissimo parere Marco Melandri avesse anche più talento di un certo Valentino Rossi. Non avendo ancora inventato un talentometro, non possiamo confermare né smentire questa affascinante tesi. Tuttavia il palmares dei due piloti, risulta profondamente diverso.

Quello che possiamo affermare senza tema di oggettive e misurabili smentite, è che Melandri nel corso della sua ormai lunghissima carriera, ha sempre sofferto di un carattere non proprio elastico. E’ stato capace di imprese magnifiche, come di risultati molto deludenti. Macio è un pilota che per dare il massimo ha bisogno di sentirsi in perfetta sintonia con la moto e con il team. Senza questi presupposti, semplicemente non va. Con l’Aprilia in MotoGP non ha trovato le condizioni per andare forte e vedere il suo nome costantemente in fondo alle classifiche non ha giovato né a lui né all’Aprilia stessa.

La separazione è diventata praticamente necessaria per entrambe le parti e probabilmente è stato solo a causa di un mancato accordo economico che Melandri ha disputato mezza stagione. Si fossero accordati prima sarebbe stato meglio per tutti. Evidentemente qualcuno in Aprilia ha compreso che avere una moto sempre in ultima posizione, con anche un pilota dal nome altisonante non è una grande pubblicità per il marchio.

Per sua fortuna, nonostante una stagione fin qui assolutamente disastrosa, Melandri è un pilota ancora ricercato e già circola il suo nome accostato a quello del Team Yamaha SBK 2016. Andrea Dosoli, gran capo della Yamaha in SBK, potrebbe comporre un grandissimo Team con Melandri e Sykes. Anche l’inglese infatti, è in odore di separazione dalla Kawasaki e potrebbe approdare in Yamaha l’anno prossimo.

L’altra leggenda che circonda su Melandri riguarda la propria capacità di far chiudere i team in cui corre. Questa è molto più concreta in effetti e ha dato in passato numerose dimostrazioni di veridicità. Ci è riuscito con la Kawasaki, regalandoci la perla dell’Hayate. Ha compiuto la stessa impresa con la Yamaha in SBK e non contento ha regalato lo stesso destino alla BMW, sempre in SBK. Dulcis in fundo, ha fatto ritirare l’Aprilia dalla SBK, in un momento in cui la RSV era ipercompetitiva. L’ipotesi di accettare l’offerta di un team neonato in SBK ci sembra particolarmente furba da parte sua: Yamaha ha certamente investito nel programma e non potrebbe chiudere baracca e burattini al primo anno, giusto?

Marco Caregnato

Nel 1984, da bambino, ho avuto il mio primo contatto con una moto. Mi sono ustionato la mano! Non ho più smesso di amarle...

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