History
La moto elettrica? E’ una cagata pazzesca!
La moto elettrica è una mortificazione del concetto di motocicletta: un’eresia ammettere un reale risparmio in termini di emissioni inquinanti
Dove stiamo andando? E’ da tanto tempo che volevo affrontare lo spinoso argomento legato all’ecocompatibilità di un mezzo a motore come la motocicletta. Non è mica detto che uno smanettone incallito come me, che passa metà del suo tempo con una manopola del gas in mano spalancandola il più possibile, non sia anche una persona dotata di grande sensibilità nei confronti dell’ambiente. E proprio per questo, destinato a convivere con grossissimi sensi di colpa a causa della passione travolgente e molto difficile da arginare. Sono, anzi siamo, troppo preparati e attenti per lasciarci sfuggire una riflessione importante sul periodo storico che stiamo vivendo. E’ chiaro che tutto il sistema finanziario mondiale si muove solo grazie al petrolio e ai petroldollari, ma è anche altrettanto vero che ormai molti danni infernali all’ecosistema sono legati all’inquinamento causato proprio dal petrolio. Il buco nell’ozono, il cambiamento climatico, le inondazioni e gli incendi incontrollabili che ogni estate devastano parte del nostro pianeta, oltre all’avvelenamento dell’aria con la CO2, sono tutti colpa nostra!
Ovvero di quei rintronati che non sono in grado di lasciare in garage l’auto o la moto per iniziare a ritornare alla bici o al cavallo.
Ma sarebbe possibile, di punto in bianco, cancellare un’epoca e proprio come nel celeberrimo film con Troisi e Benigni, fare un salto nel passato e tornare al medioevo? No! Non credo. Sarebbe utopia il solo pensarlo, così come offenderemmo l’intelligenza di tanti cervelli straordinari che ci hanno regalato tecnologia e ricerca. E proprio in virtù dei passi giganteschi fatti sulla strada dello sviluppo e del progresso, oggi possiamo immaginare un parco vetture elettriche. Silenziose, pulite, rispettose dell’ambiente. Ma se vogliamo immaginare di mortificare una passione incontenibile, che viaggia su due ruote e che si basa sulla combustione di molta benzina all’interno di un motore a scoppio, allora c’è qualcosa che non và. Perché una cosa è perseguire l’idea di una mobilità collettiva sostenibile, un’altra è pensare di sedare i brividi e le emozioni che scaturiscono da un suono, una vibrazione e una serie di violentissime scosse di adrenalina che solo una moto può dare.
Un applauso alle case automobilistiche che riempiono i saloni di prototipi elettrici e vetture di tutti i segmenti pronte ad affrontare il traffico cittadino (certo quando i governi del mondo decideranno di sedersi a un tavolo di sinergie e mettere a disposizione tutte quelle infrastrutture per effettuare la ricarica delle batterie). E’ cosa buona e giusta guardare al futuro con la speranza che ci si possa spostare, per brevi tragitti, senza inquinare. Ma è assurdo che lo stesso copione possa essere replicato in eventi internazionali che riguardano le due ruote. In questo caso, il biglietto viene pagato per sentire il cuore sussultare, le mani accarezzare una carena dalle linee sinuose, gli occhi per guardare un telaio sognato. Invece, come sta accadendo, le uniche novità proposte dai costruttori riguardano veicoli a due ruote elettrici.
Ebbene, mettetevi in testa una cosa: la moto elettrica è una cagata pazzesca! Non è pensabile concepire un mezzo a due ruote che non abbia vibrazioni, sound e che viaggi nel silenzio più assoluto. E’ una mortificazione del concetto di motocicletta. Ma nemmeno uno scooter è pensabile con alimentazione elettrica. Né vogliamo cadere nell’ipocrisia di pensare che possa essere il popolo di appassionati a salvare il mondo o ridurre le emissioni di CO2. Perché non ci dicono quanto siano inquinanti fabbriche, traffico aereo, centrali a carbone e tanti altri responsabili, che fanno fatica a rispettare coscientemente ogni protocollo internazionale messo a punto per salvaguardare l’ambiente, rispetto al parco circolante delle due ruote?
E poi, a giudicare da tutti gli esperimenti già sul mercato di auto ibride, come la Prius e altre amenità, è un’eresia ammettere un reale risparmio in termini di emissioni inquinanti. Il motore elettrico lavora a bassissime velocità, per prendere per il sedere i vigili urbani dei centri storici, per il resto il lavoro “sporco” è svolto pur sempre dal solito vecchio e robusto motore a benzina. Io di macchine elettriche al 100%, se trascuriamo la sperimentazione di Smart o la BMW, non ne ho vista nemmeno una. Quindi non vi venga in mente di produrre porcherie tecnologiche a due ruote dotate di motore ibrido o elettrico, perché noi, veri e puri motociclisti, ve le ficcheremo dove non batte il sole!
Anzi, a proposito di elettrico, io voterei il referendum per abolire anche le centraline elettroniche. Ovvero tutti quei sistemi che limitano la possibilità di guidare una moto da parte del pilota. Non vogliamo essere i protagonisti di un videogame. Grazie al launch control, antispin, traction control anche un imbecille riesce a stare su 200 cavalli. Venti anni fa eravamo in pochi a riuscire ad impennare una Suzuki Katana 1100. Mettetevi l’anima in pace perché la moto deve essere a motore e l’unica cosa elettrica ammessa è l’accensione a pulsante invece della pedivella.