MotoGP
MotoGP, chi è Alberto Puig il team manager Honda che raccoglie l’eredità di Suppo
Ex pilota, lo spagnolo Alberto Puig ha preso il posto di Livio Suppo alla guida della squadra ufficiale HRC
Alberto Puig ha fatto la sua prima apparizione ufficiale come nuovo manager del team Repsol Honda durante il recente test di preseason MotoGP sul circuito internazionale di Sepang in Malesia. La domanda comune sull’avvicendamento tra Livio Suppo e Puig è la seguente: Puig possiede real realmente le qualità che dovrebbe avere il manager della squadra più potente del mondo del motociclismo? Questo è sicuramente un ruolo che richiede più del semplice fatto di essere un ex pilota di alto livello. Richiede qualcuno capace di esplorare e maneggiare con esperienza il mondo fuori dalla pista, qualcosa che il suo predecessore Livio Suppo aveva padroneggiato, districandosi con maestria in quell’autentica giungla che a volte diventa il Paddock della MotoGP.
Il successo e la professionalità di Suppo sono fuori discussione. Il manager piemontese ha portato Bridgestone alla Ducati indovinando la mossa giusta in netto anticipo rispetto a Honda e Yamaha, garantendo un vantaggio che ha aiutato la Casa di borgo Panigale a vincere il titolo con Casey Stoner nel 2007. L’australiano è stato un altro dei maggiori contributi di Suppo alla fabbrica di Bologna, un’autentica scommessa vinta avendo il coraggio di credere nel talento di un pilota che all’epoca era soprannominato Rolling Stoner. È stato anche determinante nel passaggio dello stesso Stoner dalla Ducati alla Honda, dove ha vinto un secondo titolo nel suo primo tentativo. Livio Suppo era inoltre responsabile del team Repsol Honda quando è arrivato Marc Márquez e nei cinque incredibili cinque anni successivi. Probabilmente ha anche recitato una parte importante nella decisione di Dorna di modificare la regola riguardo l’approdo dei Rookie in MotoGP direttamente in un Team ufficiale. Prima del 2013, i piloti provenienti da altre categorie non potevano debuttare in un team Factory, soprattutto per far si che anche i Team provati potessero mettere sotto contratto i più talentuosi piloti provenienti dalla Moto2. L’intervento di Suppo sull’argomento e le pressioni di Repsol, hanno probabilmente permesso di modificare questa regola e consentire a Marquez di iniziare a dettare legge in HRC già dalla sua stagione di esordio in MotoGP. I risultati di Suppo sono dunque indiscutibili sotto tutti i punti di vista.
Su molti aspetti Puig è in contrapposizione con Suppo. Lo spagnolo è diretto, autentico e evita di parlare tra le righe. Questa è la posizione che ha preso da quando è stato costretto a ritirarsi come pilota a causa del grave infortunio nel 1995 a Le Mans. Quell’atteggiamento ha portato Puig, nella sua posizione di commentatore alla televisione spagnola, a essere altrettanto critico nei confronti di Dani Pedrosa, che era stato con lui nel corso degli anni in cui era il suo manager e vero mentore. La distanza che si è sviluppata tra Puig ed Emilio Alzamora, il manager di Marc Marquez, mentre Puig era responsabile della squadra Honda Moto3 non è un segreto. Nonostante la pubblica mancanza di empatia di Puig per gli attuali corridori del Team HRC, qualcuno in Giappone ha deciso che era la persona ideale per gestire la squadra.
Sul suo ruolo in HRC, Puig ha dichiarato: «Al momento sto ancora cercando di capire cosa significhi essere un team manager. Ma non è una novità per me, perché in passato ero un team manager di squadre da GP della 125 e della 250cc. Penso di capire il lavoro, ma è anche vero che si tratta di una squadra con molte più pressioni e responsabilità e stiamo parlando del livello più alto nell’ambito delle gare. Penso che sia positivo per me arrivare a questa posizione in questo momento, perché negli ultimi anni sono stato in grado di acquisire una certa esperienza. Era giunto il momento di questo cambiamento. Credo che i miei principi siano del tutto simili ai principi di HRC, perché HRC è un’azienda di corse e tecnologia. Non sono un tecnico, ma vengo dalle corse. Entrambi condividiamo queste priorità nell’approccio alle gare».