MotoGP
MotoGP Assen: tutta la storia del TT Circuit
L’Università del motociclismo ospiterà il Mondiale MotoGP nel weekend che va dal 23 al 25 di Giugno, ottavo round stagionale. Vi raccontiamo un pò di storia in vista dell’appuntamento olandese
Il TT Circuit Assen è noto anche come il Circuit van Drenthe, in italiano Circuito della Drenthe, che rappresenta la provincia dei Paesi Bassi dove è situato. Questo tracciato è molto particolare in quanto non possiede dei veri e propri rettilinei bensì tantissime curve veloci raccordate da alcune lente poste alle estremità del circuito che danno modo al pilota di poter respirare e ripristinare il battito cardiaco. Assen ha una caratteristica unica che lo differenzia da molte altre piste: è uno dei pochi impianti studiati e progettati esclusivamente per le competizioni motociclistiche a differenza della stragrande maggioranza dei circuiti che si adattano anche alle quattro ruote e ciò si traduce in un manto meno sconnesso. E’ infatti risaputo che molti degli avvallamenti presenti nelle piste dove corrono entrambe le categorie sono generate dalle frenate e dalle accelerazioni delle auto che sono decisamente più violente e con gomme dotate di impronta maggiore rispetto a quelle due ruote.
Un’altra particolarità del circuito è che questo è stato uno dei pochi (tra quelli attualmente in uso) ad aver visto l’alba della categoria più prestigiosa di sempre, in quanto in terra olandese ed in particolare nella provincia della Drenthe si disputano competizioni motociclistiche dal 1925, anche se la prima stagione del motomondiale vide la luce nel 1949. Da quell’anno Assen ha sempre fatto parte del calendario del Motomondiale ed è proprio per questo che può essere definito un tracciato storico per antonomasia. Vincere ad Assen è uno dei traguardi che ogni pilota di MotoGP sogna, perchè sul tarmac olandese si sono sempre disputate battaglie furibonde decise il più delle volte all’ultima staccata, quell’utima chicane che pare essere come l’uscita da un tunnel che vede davanti a se la luce della bandiera a scacchi. Questa giostra come già detto è fatta di tante curve veloci e di poche curve lente, dove il manico ed il pelo del pilota fanno la differenza, ma non solo, perchè solitamente bisogna fare i conti anche con il meteo che ricopre il ruolo del terzo incomodo dato che nei paesi nord europei è più incerto della vittoria del mondiale 2017.
Ma veniamo ai giorni nostri. Andrea Dovizioso l’anno scorso conseguì la sua prima pole position stagionale sulla Ducati ed anche in gara fu uno dei protagonisti per la lotta alla vittoria fino al momento in cui, dopo il flag to flag dovuto alle condizioni meteo, sia lui che Valentino si stesero per terra buttando all’aria tutto ciò che avevano fatto di buono fino a quel momento e regalando a Jack Miller la possibilità di farsi una bella bevuta di champagne dal suo stivale destro sul gradino più alto del podio, osservato a destra da Marc Marquez e a sinistra da Scott Redding che sull’asfalto bagnato di Assen riuscirono a fare la differenza.
Il Dovi arriva forte di due vittorie consecutive, la concentrazione è alta ed anche la pressione comincia a farsi sentire in quanto è uno dei pochi pretendenti al titolo ad avere delle speranze concrete in questo momento della stagione. Lui è un pilota che sa ragionare e l’ha ampiamente dimostrato durante gli ultimi due appuntamenti. Ed è proprio per questo che siamo convinti che affronterà anche questa gara con la mentalità giusta.
Valentino Rossi dopo il suo ritorno di fiamma con la casa di Iwata conquistò nuovamente il gradino più alto del podio nel 2013 proprio qui ad Assen (clicca qui per il racconto di quella vittoria) e nel 2015, quando lui e Marc Marquez ingaggiarono un duello serratissimo, arrivando all’ultima staccata con due moto in una traiettoria: Valentino sulla giusta linea e Marquez all’interno che, dopo una staccata furibonda, tentò di infilarsi dove lo spazio mancava portando il dottore a tagliare la chicane finale. Questo episodio creò numerose polemiche ma la direzione di gara rivedendo le immagini non penalizzò il dottore. Marquez invece ha agguantato una sola vittoria sul TT, nel 2014, quando arrivò primo sotto la bandiera a scacchi per l’ottava gara consecutiva in un weekend bagnato. Ve lo ricordate mentre mimava il pesce tagliando il traguardo?
Jorge Lorenzo ha vinto solo una volta il GP d’Olanda, nel 2010, ma l’episodio che ci riporta più alla mente le gesta ed il coraggio del maiorchino è sicuramente il grandissimo quinto posto rimediato con cuore ed anima nel 2013, quando fu protagonista di una caduta spettacolare in prova sull’asfalto bagnato, rompendosi la clavicola. Lo spagnolo venne operato immediatamente e riuscì a presentarsi la domenica pronto per la partenza. Tutti i piloti a partire da Valentino provarono tanta ammirazione per Lorenzo, perchè avere tanto coraggio e tanta forza di volontà non è da tutti.
Per Vinales e Pedrosa la vittoria in Olanda non è mai arrivata: il fantino della HRC non ha mai centrato la vittoria ma ha rimediato diversi secondi posti durante la sua carriera in Motogp ad Assen, e ciò sta a significare che è un circuito che si presta sia alle sue caratteristiche che a quelle della Honda, ma manca sempre qualcosa per raggiungere il top. Invece per Vinales questa potrebbe essere l’occasione per conquistare l’attestato universitario di Assen e per riuscire a guadagnare quanti più punti possibile per incrementare il suo divario in campionato, mettendo una pezza alla pessima prestazione di Barcellona.