Verso la metà degli anni 80′ e l’inizio dei 90′ in 500 l’unico dubbio sul vincitore riguardava il nome del pilota, mentre sulla nazionalità dello stesso si poteva puntare forte. Tra Freddie Spencer, Eddie Lawson, Wayne Rainey e Kevin Schwantz c’era solo l’imbarazzo della scelta. Che fosse in sella ad una Yamaha, una Honda o una Suzuki, era praticamente certo che il titolo della classe regina l’avrebbe conquistato un pilota proveniente dagli States. Il Marziano Kenny Roberts era stato il primo campione di un’epoca che ha segnato in modo profondo un lunghissimo periodo nel motomondiale in cui il passaporto americano era una norma nel paddock. A distanza di anni, le cose sono cambiate radicalmente e la presenza di piloti americani nel motomondiale è diminuita sempre di più, fino a sparire totalmente nel 2016 con il passaggio di Nicky Hayden in SBK.
I grandi maestri del due tempi, non hanno trovato molti eredi e solo grazie al campionato Moto America portato avanti con passione da Wayne Rainey, si sta lavorando per creare una nuova generazione di talenti made in Usa. L’edizione 2017 del MotoGO Austin sarà orfana di piloti americani, ed è probabile che questa situazione sia destinata a durare ancora per qualche stagione, nella speranza che da qualche parte negli Stati Uniti ci sia un nuovo piccolo Kenny Roberts pronto ad atterrare sul pianeta MotoGP e cambiarlo per sempre.
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