MotoGP
MotoGP, Petrucci ha trovato il punto debole dell’aerodinamica Ducati
Danilo Petrucci ha deciso di accantonare al momento la nuova aerodinamica Ducati per un problema che lo penalizza mortificando i vantaggi
Per la serie “le dimensioni non contano”, ecco che in MotoGP ci pensa Danilo Petrucci a sovvertire questa affermazione. Nel caso del pilota della Ducati Pramac, le dimensioni contano, eccome. Danilo è di fatto il terzo pilota ufficiale Ducati in pista, in sella ad una GP17 che, come ha definito lui stesso molto spesso, è addirittura più avanti nello sviluppo rispetto alle due moto del Team Factory a disposizione di Lorenzo e Dovizioso. Tuttavia, quello che in maniera superficiale potrebbe essere definito come un vantaggio, di fatto diventa spesso un problema per il Petrux. Ducati infatti consegna a Pramac dei particolari da sperimentare in gara, nella speranza di raccogliere dati positivi per poi trasferirli sulle moto del Team interno. Spesso però le novità non funzionano, oppure hanno bisogno di essere affinate, ed i km spesi da Petrucci in sella alla moto sviluppando questi particolari, sono un lavoro fondamentale per la crescita del progetto GP17. Succede anche che in alcune sessioni, mentre gli altri sono alla ricerca del miglior setup possibile, Danilo sia costretto a girare per raccogliere dati da trasferire agli “ufficiali”.
Un prezzo alto da pagare per avere a disposizione la moto ufficiale, che Danilo Petrucci ha saldato sacrificando spesso la prestazione assoluta per fra crescere più velocemente la GP17. Ma quando lo sviluppo è arrivato in ambito aerodinamico, è sorto un problema che forse non era stato sufficientemente considerato. Il famoso “problema di dimensioni” di Danilo Petrucci è causato dalla sua stazza fisica, abbondantemente superiore alla media dei piloti MotoGP. Danilo supera il metro e ottanta e non ha una corporatura esile, per cui in moto genera maggiore resistenza aerodinamica rispetto a Lorenzo e Dovizioso. Probabilmente Danilo quando è in moto è uno dei piloti con il peggiore CX, come si definisce coefficiente di penetrazione aerodinamica, dell’intero Paddock MotoGP. Questo problema non si manifestava in maniera eccessiva con la carenatura che possiamo definire standard, mentre si è mostrato in tutta la sua grandezza con la carena in specifica Brno. Lo stesso Danilo, dopo il Gran Premio al Red Bull Ring, sottolineò che con la nuova carena perdeva troppo in velocità massima.
Una innovazione che ha aiutato tantissimo Jorge Lorenzo e Andrea Dovizioso, ma che ha presentato un conto salatissimo da pagare per Danilo Petrucci. Il cupolino di questa specifica carena è infatti molto più piccolo della standard, e questo espone maggiormente le spalle di Petrucci al vento, generando la fatidica resistenza aerodinamica che si traduce in km/h persi ad ogni singolo rettilineo. La prova del nove di queste affermazioni, risiede nelle classifiche di velocità massima, che ha visto Danilo precipitare in fondo alla lista negli ultimi due Gran Premi. Un prezzo troppo alto da pagare a fronte dei vantaggi offerti, almeno per il pilota ternano. Questo fenomeno che si potrebbe definire quasi freno aerodinamico, non si manifesta nè per Lorenzo nè per Dovizioso, che non hanno accusato un peggioramento delle performance velocistiche, se non quello dovuto al maggiore sviluppo di Downforce da parte della nuova carena. Nel caso di Danilo, la somma del freno aerodinamico causato dalle sue dimensioni e dalla maggiore downforce, ha creato problemi di velocità troppo grandi, per cui assieme al Team Pramac, si è deciso di accantonare per adesso la carena in specifica Brno, tornando alla versione standard.
Secondo la versione ufficiale, fornita dallo stesso pilota, pone l’attenzione su un punto leggermente diverso: «Non ho a disposizione due carene con specifiche aerodinamiche nuove, ma solo una. Siccome è difficile lavorare su due moto che abbiamo una l’aerodinamica nuova e l’altra no, ho deciso di concentrarmi solo sulla versione standard. Non va peggio o meglio, su alcune piste va meglio l’aerodinamica nuova, come a Misano dove abbiamo deliberato la carena, mentre ad esempio in Austria va peggio. Lorenzo sembra riuscire a sfruttare meglio di me i vantaggi di questa carena su ogni circuito, ma lui ha uno stile di guida diverso dal mio».