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MotoGP, il direttore tecnico Aldridge: «Carena Ducati perfettamente regolare»

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Nonostante le proteste degli altri team, Danny Aldridge, il direttore tecnico della MotoGP, spiega perchè la nuova modifica aerodinamica della Ducati è da considerare a norma di regolamento

Il responsabile tecnico della MotoGP è Danny Aldridge. L’ingegnere ha il ruolo di scrivere, condividere e poi verificare la corretta applicazione del regolamento e in questo periodo sulla sua scrivania sono arrivati i disegni più disparati riguardo gli studi aerodinamici dei vari team. In questa intervista rilasciata a Crash.net, il tecnico spiega perchè la Ducati ha fatto un lavoro eccellente restando al 100% nel rispetto delle regole, accennando anche al fatto che la soluzione utilizzata a Brno è il frutto di una serie di bozze precedenti che andavano anche oltre i concetti poi concretizzati. Quando chiedete a Aldridge quale sia il suo ruolo all’interno del paddock, la risposta è semplice: «Il lavoro dei team è raggiungere il limite, mentre il mio è tenerli all’interno del limite». Nel suo ruolo, Aldridge ha continuamente a che fare con le idee delle varie squadre, che possono essere promosse o bocciate valutando attentamente quanto siano in linea con lo spirito del regolamento.

In particolare, la Ducati è la Factory che in questi mesi ha dato più da lavorare a Danny Aldridge, costringendolo a valutare molto attentamente ogni decisione, nella consapevolezza che ogni concessione avrebbe generato un precedente potenzialmente difficile da gestire. Sulla innovativa carena della Ducati, Aldridge si è espresso così, spiegando in maniera dettagliata un processo che è durato mesi, prima di approdare alla soluzione omologabile: «Il disegno e l’omologazione della carena Ducati ha richiesto alcuni mesi. Quando ci hanno mandato il primo disegno, gli abbiamo detto “No, si devono cambiare queste cose”, per cui non è stato un percorso in cui hanno ottenuto tutto quello che volevano. E’ tutta una questione che riguarda il compromesso perfetto. Quando un Costruttore ci manda un disegno, e questo ovviamente accade con ogni Costruttore, è che ci chiedono: “Possiamo farlo?” , ed io puntualmente rispondo no, dovete modificare questo e quello, e così iniziano ad arrivare una versione numero due, tre e anche quattro di quella soluzione. Per quanto riguarda qualsiasi soluzione aerodinamica, il Regolamento dice espressamente che la parola definitiva è la mia, ma siccome comprendo che si tratta di decisioni molto importanti, ne parlo anche con Mike Webb e Corrado Cecchinelli (Direttore di Gara e Responsabile della Tecnologia in MotoGP, NDR). Ci sediamo, formando una sorta di mini commissione, e ascolto le loro opinioni finchè non troviamo una soluzione nella quale siamo d’accordo sulla perfetta regolarità della soluzione. Solo dopo, io l’approvo».

Il processo è dunque molto lungo, affatto semplice, e con estrema discrezione da parte dei responsabili chiamati in causa. In effetti, questo lascia spazio ai Costruttori per lanciarsi in idee innovative, mentre il compito di Aldridge, Webb e Cecchinello è fare in modo che queste idee restino fedeli al regolamento MotoGP, o almeno al suo spirito, al 100%. Aldridge continua così, spiegando che un Regolamento che lascia spazio alle interpretazioni ha un rovescio della medaglia: «L’apertura delle regole ha un rovescio della medaglia. Io cerco di essere corretto nei confronti di tutti, ma ogni decisione crea un precedente. Ogni volta ti chiedi “Come potrebbe evolversi questa cosa?”, ed è di grande aiuto per me parlarne prima con Mike e Corrado. Tre teste sono meglio di una in certe situazioni. Il punto è che 20 persone diverse, daranno 20 interpretazioni diverse per le regole».

Il Responsabile Tecnico sa che in questo momento non tutti i Costruttori sono concordi sull’interpretazione delle regole: «Come fai a definire quali siano gli angoli corretti ed accettabili per le ali? Non è specificato nel regolamento. Parlerò con i Costruttori riguardo le attuali regole, per capire se funzionano o se dobbiamo lavorarci». 

L’interpretazione offerta dalla Ducati è ovviamente quella maggiormente al limite, per cui è naturale che le domande si concentrino sulle soluzioni utilizzate da Borgo Panigale. Quando viene chiesto a Aldridge se la Ducati sia all’interno del limite, questa è la sua risposta: «Assolutamente. In realtà li abbiamo incontrati nelle ultime quattro o cinque gare, è stato un processo lungo. Capisco che loro volessero arrivare a quello che era il miglior pacchetto possibile, ma io li ho sempre dovuti tenere all’interno delle regole. Ho parlato della Ducati con altri Costruttori. Hanno capito perchè ho approvato quella carena, e al momento sembra che sia tutto ok».

Dopo si parla del futuro dell’aerodinamica in MotoGP, con queste idee da parte di Aldridge: «Ci sarà molta evoluzione. Come sempre nel Racing, lo sviluppo va in differenti direzioni e prima o poi tutti si avvicinano nelle soluzioni. Il muso della Ducati per esempio, è un’interpretazione estrema della soluzione KTM, mentre la parte inferiore sembra l’evoluzione del concetto Suzuki. Perciò quest’anno è normale che ci sia tanta varietà, mentre dalla prossima stagione inizieranno ad emergere design molto simili tra loro».

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