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MotoGP, Cecchinelli sull’aerodinamica: «Ecco perchè abbiamo vietato le ali»

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Corrado Cecchinelli, direttore della tecnologia in MotoGP, parla del regolamento e del futuro: «Ali vietate anche perché vogliamo che i team facciano aerodinamica da poter vendere»

C’è tanta Italia nel Motomondiale. Non solo in pista o ai box, nei team, ma anche all’interno della macchina organizzativa: il nostro Paese, si sa, è pieno di eccellenze, e in questo sport in particolare primeggiamo. Corrado Cecchinelli, italiano, è il direttore della tecnologia in MotoGP. In una intervista, ha parlato degli aspetti più discussi e controversi dell’attuale regolamento, spiegandone il punto di vista di chi li ha voluti e introdotti, oltre che di idee per il futuro e possibili sviluppi motoristici, telaistici ed elettronici per tutte e tre le classi iridate. «Sulle regole per l’aerodinamica credo che abbiamo trovato un ragionevole compromesso, perché abbiamo messo dei limiti su due cose importanti: primo, i costi e gli investimenti folli. Secondo, per ragioni di sicurezza volute dalla Safety Commission, che significa volute dai piloti, e che ci sono state dettate dalla FIM. Spesso riceviamo critiche che dicono che siamo contro tutto e che ‘ok, avete vietato le ali ma continuano a provare cose differenti per ridurre il carico aerodinamico’. Ok ma noi non abbiamo vietato di cercare vantaggi aerodinamici! Anzi, per me, quello che stanno facendo o che sforneranno in futuro su questo lato è molto meglio di orribili alette. Queste regole sono un bene anche per la bellezza del prodotto. I forellini Yamaha possono essere esportati anche su macchine di fascia alta per la strada, ma non le ali».

MotoGP, il direttore della tecnologia: «Software elettronico delle MotoGP anche in Moto2 grazie a Marelli in futuro»

Cecchinelli poi parla della crescita della Moto2 come categoria, e di quello che c’è in serbo per conferirle ulteriori miglioramenti: «La Marelli ha vinto l’appalto, il modello con cui entrerà è deciso e sarà un software derivato da quello della MotoGP, ma rimuovendo le cose che non riteniamo opportune per la Moto2. L’introduzione avverrà in due anni e attraverso due step, in modo da farlo nel modo più semplice possibile: inizialmente ci sarà un software base che compenserà per il 90% il gap tecnico tra Moto3, Moto2 e MotoGP e aiuterà nei controlli di guida come la regolazione dell’apertura del gas e nelle strategie elettroniche di gestione del freno motore. La strategia di frenatura del motore per il futuro può essere sensibile alla posizione della traccia, sensibile all’angolo di piega, sensibile al regime RPM. Anche se rimuoviamo alcune di queste caratteristiche per Moto2 sarà un grande miglioramento delle prestazioni. E la qualità della frenata è migliore perché aprendo la valvola a farfalla è possibile regolare il carburante in modo che la combustione sia ancora in ordine; dopo questi passaggi fondamentali potremo continuare ad utilizzare la tecnologia per strategie di controllo del telaio come l’anti-impennamento ecc».

MotoGP, il direttore della tecnologia: «MotoGP più equilibrata con le nostre modifiche al regolamento. Concessioni anche in Moto3 per favorire ingresso di nuove case»

Per quanto concerne invece il sistema delle “squadre concessione” (per l’approfondimento qui), Cecchinelli si dice soddisfatto del bilanciamento trovato: «Penso che sia equilibrato. Non è in discussione. Nessuno si lamenta. Naturalmente, ogni volta che qualcuno sta facendo qualcosa di sbagliato, si lamentano che gli viene concesso di non congelare il motore ecc… – ma se tra l’anno scorso e questo la MotoGP ha fatto un grande passo in avanti in quanto a spettacolo offerto, il direttore ammette che – non tutto si basa su quello che abbiamo fatto, come pneumatici e ECU. Sì. Io farei qualcos’altro, ma siamo molto felici e siamo onesti, essere sfortunati con il tempo ci rende fortunati con lo spettacolo! Cose come il tempo e il numero di piloti che sono così bravi non ha niente a che fare con noi!». Sulla possibilità di ampliare le concessioni anche alla Moto3, una classe che conta appena due marchi impegnati e sembra necessitarne, Ceccherini lascia la porta aperta: «Penso che sia possibile. Se qualcuno arriva e chiede concessioni per entrare in Moto3 penso che sarebbe considerato. Che non è il caso al momento, ma perché no? Se qualcuno chiede un anno di evoluzioni del motore, per me è ragionevole. Personalmente mi piace il concetto di concessioni. Vorrei andare oltre questo, il che significa che sono anche a favore degli handicap di performance. Le concessioni garantiscono simmetria».

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