Il mondo dei social network, si sa, è particolare e va preso con le molle. Quello che però sta succedendo attorno al rientro in pista di Valentino Rossi dopo l’infortunio patito in allenamento 3 settimane fa rasenta i limiti della follia e dimostra perfettamente come ormai la libertà di espressione si sia trasformata in libertà di accusare e infangare gratuitamente le persone per il puro gusto di odiare. In pratica la questione è che secondo alcuni haters, gente che di base si diverte ad attaccare sempre e comunque un qualche personaggio pubblico (contenti loro…), è impossibile che Rossi sia tornato a correre a così poco tempo di distanza da una frattura di tibia e perone e quindi deve essere tutto un falso. Un falso l’incidente, un falso l’operazione, un falso la diagnosi; tutto inventato con una sorta di cospirazione ordita non si sa bene da chi per fini economici.
Ecco, fa già ridere così. Solo che nel mondo contemporaneo a queste accuse totalmente campate in aria finisce che si deve pure rispondere: e allora ecco che Valentino, come se non avesse già abbastanza cose a cui pensare in questi giorni, si tira giù la calza della gamba infortunata e si fa fotografare mostrando gli evidenti segni della frattura e dell’operazione subita. Dispiace però che in mezzo a tantissimi e genuini appassionati tifosi di questo o quel pilota, di questa o quella moto, ci debba essere una rumorosa minoranza di professionisti dell’odio e degli insulti da tastiera il cui unico scopo e offendere e attaccare tutto e tutti. E dispiace ancora di più che queste persone tramite i social network riescano anche a fare sentire la loro voce.
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