MotoGP
La storia di Casey Stoner in un secondo
Quando un pilota come Casey Stoner si confronta con gli altri in pista, c’è sempre qualcosa di magico che puoi aspettarti da un momento all’altro: 5 mesi di stop, moto e gomme nuove e solo un secondo dal leader
Un secondo è composto da 10 decimi, che sono composti da 10 centesimi ed a loro volta da 10 millesimi. Quando corri in moto, un secondo può stabilire la differenza tra l’essere un grandissimo campione e l’essere uno dei tanti, arrivato magari al top grazie ai soldi di papà. Casey Stoner ha passato la sua vita a confrontarsi con quel maledetto secondo, passando intere giornate da ragazzino a bastonare tutti gli sfortunati che correvano contro di lui in Australia nelle gare di Dirt Track.
Poi è arrivato in Europa ed il gioco è diventato qualcosa di serio. Quel secondo significava non tradire la fiducia della famiglia, che dimostrò tanto coraggio da abbandonare tutto per seguire il sogno di Casey Stoner. Un sogno appeso sempre allo stesso secondo. Gli stessi decimi, centesimi e millesimi. Le domeniche a cercare di battere tutti, l’arrivo nel paddock mondiale. L’ingegnere che ti spiega curva per curva dove perdi metri. Che sono decimi, che sommati fanno il famoso secondo.
E Casey Stoner semplicemente ha fatto diventare quel secondo il suo migliore amico. L’arma che gli permetteva di arrivare il venerdì in pista e stracciare tutti con una moto rossa che solo lui riusciva a sfruttare al massimo. Millesimo su millesimo. Sono passati anni e Casey Stoner ha spesso potuto contare su quel secondo. E’ caduto tante volte, ma ha anche vinto come nessun altro in MotoGP negli anni in cui ha corso. Poi un giorno ha detto basta e ha deciso che era più importante dedicarsi alla sua famiglia piuttosto che pensare sempre e solo a quello stramaledetto secondo. Anche perché finché c’erano solo lui e il nemico a forma di numero, filava tutto liscio. Poi ci si è messa la stampa, gli sponsor. I finti amici ed i veri nemici.
Casey Stoner si è limitato a salutare tutti ed a riportare la famiglia in Australia. Solo che quell’odiatissimo secondo per un pilota è come miele. Ed il richiamo della pista e di quel confronto adrenalinico è arrivato presto. Così Stoner è risalito su una Honda MotoGP, una belva su cui provare adrenalina a mille ed aiutare i piloti ufficiali a battere quel secondo in ogni domenica. Ha anche affrontato la 8 ore di Suzuka, in una corsa fatta da migliaia e migliaia di secondi. Ma l’animo di Casey chiedeva qualcosa in più e così è arrivato uno strano destino ad offrire una chance: l’amico Pedrosa che ha un problema al braccio. Ma qualcuno in Honda gli ha detto no e senza saperlo ha fatto un casino di proporzioni bibliche.
Si, perché Casey Stoner ormai aveva deciso. Aveva deciso di voler tornare, di volersi battere. Di voler capire se è ancora lui il più forte, oppure il secondo ha fatto strada e si è allontanato. A Bologna hanno fiuto e hanno fiutato la voglia di Casey come uno squalo bianco fiuta il sangue di un cucciolo di foca lontano 5 km. Si sono avvicinati, l’hanno sedotto. Gli hanno offerto una moto rossa su cui emozionarsi, su cui competere con il secondo. Certo, solo per gioco, solo per dei test. Ma quando lo squalo azzanna la preda, gli occhi sono protetti da una membrana e spariscono. Impazzisce letteralmente e fa a pezzi la sua preda. In Ducati, ad iniziare da Paolo Ciabatti, hanno preso tutta la voglia di Casey Stoner di stare lontano dagli altri e hanno fatto esattamente questo.
Così oggi, un australiano che per tanti anni ha lottato per decimi, centesimi e millesimi, si è ritrovato in pista assieme a tutti gli altri. Assieme a tutti quei ragazzi che sono fagocitati da un sistema strano, che non hanno mai compreso perché andarsene a 27 anni quando sei il migliore al mondo. Ragazzi che avevano tanto onore da difendere e che avrebbero potuto accettare di essere battuti da tutti, ma non da quel matto di Casey. Qualcuno l’ha battuto, tanti sono stati battuti. Dopo cinque mesi in cui non saliva su una moto che è la più veloce e difficile al mondo. Su gomme che su qualche altra moto esplodono. Casey Stoner è lì in classifica e il distacco dal leader di giornata Petrucci è proprio quello. Un secondo, giusto otto millesimi in più. Quasi nulla, un battito d’ali di un colibrì.
Qualcuno si aspettava che fosse lui a dare il celebre secondo agli altri. Altri erano certi che avrebbe fallito, che avrebbe incassato una sonora ridimensionata. Lui si è solo divertito, girando contro quel secondo in pista non per battere gli altri. Non per mantenere una famiglia e neanche per un nuovo contratto da firmare. Casey Stoner e il secondo si sono incontrati in pista come due vecchi amici che si ritrovano al pub dopo anni. E’ cambiato tutto, eppure non è cambiato niente. L’australiano è sempre lui e il secondo continua ad essere fatto di decimi, centesimi e millesimi. Another beer, thanks.