MotoGP

MotoGP, la tecnologia avanza ma Rossi batte ancora il Motobot Yamaha

La Yamaha continua con lo sviluppo del robot umanoide Motobot che ha sfidato in pista Valentino Rossi sulla pista di Willows in California

La tecnologia e gli apparati elettronici negli ultimi anni stanno sempre di più prendendo il posto delle persone, sostituendole in vari settori ed aiutando molto spesso ad ottenere risultati prima impensabili. Il mondo delle due ruote non fa eccezione, anzi i nuovi sviluppi permettono di assistere a performance incredibili, spesso ai limiti della fisica e le moto sono creazioni sempre più sofisticate e veloci, capaci di raggiungere velocità da record rimanendo bilanciate e stabili. Tutto questo progresso porta il grande pubblico a pensare che ormai il pilota non faccia più la differenza, sostituito dall’elettronica che da un lato è un’alleata ma dall’altra toglie un bel po’ di umanità alle gare. La Yamaha si sta impegnando molto in questa sfida tecnologica, grazie alla messa a punto di un robot umanoide capace di guidare in completa autonomia una R1, la punta di diamante della produzione della Casa di Iwata. L’ultimo test è stato effettuato su un tracciato californiano di Willows, di circa 3 km e mezzo dove il prototipo e Valentino Rossi si sono sfidati in un giro lanciato.

Il risultato parla chiaro, Rossi ha battuto il robot di ben 32 secondi, dimostrando quanto ancora il pilota riesca a fare la differenza su una macchina ma di sicuro sono sorprendenti i progressi che il Motobot della Yamaha, ormai alla sua seconda rivisitazione sta facendo. Soltanto due anni fa infatti il robot stava in piedi con grande difficoltà, mentre adesso riesce anche a piegare, staccare ed effettuare dei cambi di direzione, ricordando in tutto e per tutto un essere umano. Il Motobot Ver. 2 è stato ufficialmente presentato al Salone di Tokyo e punta a diventare un punto di riferimento per le due ruote. Una sfida che ha l’obiettivo finale non tanto di sostituire i piloti, quanto di aiutarli a migliorare le proprie prestazioni, analizzando le traiettorie e le piste senza incappare negli errori, inevitabili per gli umani, però non è da escludere che nel prossimo futuro potremmo assistere ad una vera gara tra robot e uomo, un testa a testa tra presente futuro, ma la domanda da porsi è se sia davvero bello assistere ad una gara tra androidi incapaci sì di sbagliare ma anche di emozionare.

Alice Lettieri

Aspirante giornalista sportiva, nei circuiti mi sento a casa e penso che niente sia paragonabile al rombo di una moto.

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