MotoGP
MotoGP, le pagelle di Valencia
Per scrivere la pagella del gran finale sarebbe stato bello coinvolgere i più grandi esperti di motociclismo della storia. Invece abbiamo chiesto aiuto a Nonna Papera: quando si tratta di biscotti non ce n’è per nessuno
Jorge Lorenzo 10 – Avrà per sempre l’onore di essere il primo pilota della storia ad aver vinto un titolo mondiale di uno sport individuale potendo contare sull’aiuto di un rivale. Che non ha la stessa moto. Che non corre nello stesso team. Che in definitiva gli sta pure sugli zebedei! Dichiara di essersi meritato ampiamente il titolo e qualcuno gli ricorda che Carlo Cracco non ha mai vinto un mondiale MotoGP. L’anno prossimo si presenterà alle selezioni di Master Chef – Biscuit Edition.
Daniel Pedrosa 9 – La faccia onesta di questo sport. Un pilota tanto piccolo quanto coraggioso. L’unico tra gli spagnoli che pensa a fare la sola cosa per cui corre, cioè vincere le gare. Quando arriva alle spalle di Marquez tenta di allungare una zampetta sull’amatissimo secondo gradino del podio, e poi chissà. Ma non fa i conti con la determinazione di Marc di rubargli il posto di Arrivaperunavoltasecondo. In questa gara arrivare secondo stava a cuore a Marquez quanto sta a cuore a Nonna Papera che Qui, Quo e Qua facciano colazione la mattina.
Andrea Iannone 5 – Nel tentativo di battere Pedrosa nella corsa al quarto posto tira una mina spaventosa, in cui fa la GP15 a pezzi talmente piccoli che i commissari di pista utilizzano l’aspirapolvere per pulire bene le vie di fuga. Prima della gara cambia l’immagine profilo di Facebook mettendone una in cui gioca a guardie e ladri con Valentino Rossi, annunciando determinazione nel voler aiutare il Dottore ma anche tanta voglia di battere Pedrosa. Va in confusione e fa un casino con i tastini sulla moto poco prima della mina di cui sopra. Schiaccia il tasto “Inchioda per far passare Vale” nel momento meno opportuno. Comprensibile.
Yamaha 10 – Prendono il massimo non per la stagione fantasmagorica dominata dalla prima all’ultima gara. Non dimentichiamoci che gran parte del merito di questo dominio va a quei casinisti incorreggibili della HRC. Prendono un 10 netto per la calma serafica mostrata da Meregalli e Jarvis nel gestire un finale che avrebbe fatto impazzire chiunque. Prima di arrivare a Valencia avranno fatto tappa ad Amsterdam.
Honda 3 – Nakamoto si riscopre Dante Alighieri e ci regala perle a go go prima e dopo la gara. Già in HRC hanno degli ingegneri con palesi problemi di abuso di Sakè. Se poi ci si mette un pazzoide col sorriso alla Joker che perde dalla Yamaha ed è felice di farlo. Il sushi è bello e che digerito. Siamo davvero alla frutta.
Ducati 7 – Nessuno ci ha fatto caso, ma a Valencia c’era un bilico in più del solito tra quelli Ducati. Tutti pensavano che fosse per Pirro, ma quello lì fa talmente tanti km in moto che è arrivato da Borgo Panigale direttamente sulla GP15. Via la targa e pronto a scendere in pista. La verità è che in quel Bilico l’ing. Barbetta aveva nascosto l’arma segreta, l’asso nella manica. Ma neanche un corno di corallo lungo 15 metri ha potuto nulla contro la sfiga, il sommo male delle rosse in pista quest’anno. Ma è già pronta la strategia per l’anno prossimo. Con tutti questi coming out di preti, c’è una farcita lista di nomi da cui ricevere benedizioni “particolari” per il 2016.
Menzioni speciali
Marc Marquez 0 – Dispiace tantissimo dare un voto così alto ad uno che dimostra davvero di avere due facce. Pensavamo avesse il sorriso folle alla Joker, ma in realtà ha l’animo malato del Due Facce Harvey Dent. Valentino Rossi è fortissimo, ma non gli hanno potuto dare la moto di Batman, che era alle Hawaii con Catwoman. Non aveva speranze contro questo genio del male. Ma come diceva un saggio, carissimo Marc: mai sputare mentre sei in moto a 200 Km/h senza casco. Un finale già scritto.
Carmelo Ezpeleta 0 – Quando tutto è finito, si è limitato a restare in silenzio a guardare per terra mentre Valentino gliene diceva 46, tutte belle pesanti. Non un grande esempio di carisma e personalità per uno che gestisce un business che dovrebbe essere fatto da gente con attributi d’acciaio. Io di acciaio ho visto solo lo sguardo di Valentino.
Valentino Rossi 10 – Potrebbe restare a casa, con la bellissima Linda Morselli. Potrebbe passare giornate a godersi il papà Graziano, a godersi il ranch, a godersi gli amici e anche un discreto gruzzoletto in banca. Invece parte ultimo, attacca con classe infinita dal primo all’ultimo giro e consegna una lezione universitaria di umiltà a chi non è stato capace di averne la meglio in pista e ha dovuto ricorrere a squallidi mezzucci per batterlo. Di parte? Certo! Italians Do It Better: God save Valentino.