MotoGP
MotoGP, Lin Jarvis: «Ha ragione Rossi, non si possono tenere i piloti lontani dai rischi»
Il team manager della Yamaha Lin Jarvis, alle porte del Gran Premio di Aragon, torna a parlare dell’infortunio di Valentino Rossi
Lin Jarvis, il team manager della Yamaha, ha parlato dell’infortunio di Valentino Rossi e della scelta, comune a molti altri piloti, di allenarsi con la moto da enduro; l’inglese ha ammesso di avere dei dubbi sull’efficacia di tale decisione ma ha anche ammesso che per i piloti i rischi sono sempre dietro l’angolo: «Quando ho visto Valentino in ospedale gli ho chiesto perché avesse deciso di girare con quella moto e lui mi ha risposto che sono cose che possono succedere, ripensandoci è vero, non puoi tenere i motociclisti sotto una campana di vetro. Il suo incidente poi è stato relativamente banale, anche se le conseguenze sono state gravi, non come prima del Gran Premio del Mugello» ha dichiarato Jarvis.
Il manager ha anche affermato di preferire gli allenamenti al ranch o a Misano, ambienti più sicuri rispetto alle piste da enduro, dove anche una caduta da fermo può causare complicazioni importanti: «Sono sicuro che anche al ranch certe volte Rossi sia caduto ma non si è mai infortunato, forse dipende dal fatto che è un luogo più prevedibile e conosciuto». Secondo Jarvis quindi il fuoristrada è il metodo più pericoloso per allenarsi ma comprende anche che la natura dei piloti sia quella di misurarsi con imprese sempre più impegnative e adrenaliniche: «Sono convinto comunque che l’enduro non sia il modo più costruttivo per allenarsi per la MotoGP ma è anche vero che il regolamento vieta ai piloti di scendere in pista con le loro moto ufficiali per allenarsi, quindi è importante trovare un’alternativa, in più Valentino già in passato ha dimostrato di lavorare meglio grazie a discipline diverse quindi non posso dire che abbia sbagliato» ha concluso l’inglese. Dopo l’infortunio di Valentino in molti si sono chiesti se l’enduro sia la scelta più opportuna per allenarsi e la risposta è sempre la stessa: i piloti vogliono correre, spesso a prescindere dal posto o dal mezzo, fa parte della loro natura e impedir loro di farlo non è un’opzione possibile.