MotoGP
MotoGP, Lin Jarvis e quella frase infelice che offende l’Italia
Una frase di Lin Jarvis ferisce profondamente chi ama l’Italia: chi ama l’Italia del Mugello, l’Italia di Valentino Rossi e della Ducati. L’Italia da cui giungerebbero “offerte che non si possono rifiutare”
Ne ferisce più la penna che la spada. Mai frase più vera, pregna di significato e calzante all’esempio in questione. Una battuta detta nel momento sbagliato, può rappresentare il peggior incubo immaginabile per qualsiasi ufficio stampa. Quando sei il Direttore Racing di Yamaha, sei innegabilmente una persona con un certo potere, le cui parole hanno un’audience e una risonanza del tutto particolare. Sgombriamo il campo da equivoci di sorta: viviamo nel 2018, non si reclama il politically correct a tutti i costi e spesso si preferisce un sincero “vaffa” ad un falso “ma le pare”. Eppure quando ti chiami Lin Jarvis, e parli di MotoGP, fare certe battute rappresenta davvero una grossa caduta di stile.
La battuta incriminata riguarda una frase specifica pronunciata da Lin Jarvis in un’intervista riportata integralmente dal sito britannico Crash.net, che riportiamo testualmente: «I think Herve got a proposal that he himself described as ‘an offer he couldn’t refuse’. Normally those offers come from Italy, but in this case it came from Austria!». La traduzione di questa autentica perla è la seguente: «Penso che Herve abbia ricevuto una proposta che lui stesso ha descritto come “Un’offerta che non si può rifiutare”. Di solito queste proposte arrivano dall’Italia, ma in questo caso è arrivata dall’Austria». Ovviamente Jarvis si riferisce all’accordo tra KTM e il Team Tech3, una squadra che dopo 20 anni di Yamaha ha deciso di cambiare colori e sposare il progetto tutto austriaco della Casa di Mattinghoffen.
Peccato che per disegnare i contorni di questa vicenda, Lin Jarvis abbia fatto ricorso ad un’immagine così poco edificante del nostro Paese. La famosa offerta che non si può rifiutare, sembra una poco celata allusione alle abitudini di Mafia et simili, tristemente note a tutti, ma terribilmente poco attinenti alla questione in oggetto. Un vero peccato che un uomo illuminato come Jarvis, abbia fatto ricorso ad una figura retorica così inadeguata per descrivere la situazione. L’Italia non può e non deve assolutamente essere associata ad immagini di questo tipo, soprattutto se stiamo parlando di Sport!