MotoGP
MotoGP, Livio Suppo lascia Honda e il Paddock dopo 22 anni
Come un fulmine a ciel sereno arriva una conferenza stampa durante la quale Livio Suppo ha annunciato di lasciare il Team Honda Repsol e il Paddock MotoGP. Il manager ha scelto la famiglia
Una volta il Paddock della MotoGP affrontava le trasferte, che spesso erano meno di 20 a stagione comprensive di test, lasciando sufficiente spazio anche alla famiglia per chi decideva di lavorare nel dorato mondo del motociclismo al più alto livello. Adesso la situazione è cambiata, gli impegni sono aumentati per tutti ed in particolare per chi ricopre ruoli di grande rilievo. Un peso sempre più difficile da sostenere, che di fatto diventa sempre più un fardello eccessivo con il passare degli anni. Nel caso di Livio Suppo, stiamo parlando di 22 anni di racing vissuto ai più alti livelli, prima in SBK e poi in MotoGP, tra Ducati e Honda.
Il manager che portò Casey Stoner alla corte di Ducati e poi della Honda ha deciso di dire basta, basta con una vita in giro per il mondo, tra piste, incontri con sponsor, riunioni tecniche. La passione c’è ancora, come ha lui stesso spiegato, ma dopo 22 anni la decisione è quella di dedicarsi ad altro, possibilmente ad una vita più vicina alla propria famiglia, composta da moglie e figlia. Suppo lascia da vincente, con la tripla corona conquistata nel 2017 e dopo un bottino ricchissimo raccolto in Honda dal 2010 ad oggi.
Queste le parole del manager piemontese, che con i suoi occhi di ghiaccio ha fatto tremare gli avversari ed innamorare i suoi collaboratori: «E’ arrivato il momento di ricaricare le batterie, è il momento giusto per me e la Honda». La famiglia della MotoGP perde uno dei personaggi di spicco, autore di trovate incredibili come quella di portare Ducati alla corte della Bridgestone prima di tutti gli altri big. «Voglio ringraziare Nakamoto, che mi ha portato in Honda. Credo che sia una decisione presa al momento giusto, perché HRC ha tutto sotto controllo, con un occhio al futuro. Ho voluto anticipare questa scelta nonostante avessi un altro anno di contratto.”