lorenzo honda qatar 2019
Dopo aver saltato i test di Sepang, Jorge Lorenzo è tornato in pista a Losail, dimostrando, nell’arco dei tre giorni, di essere già in una buona, sebbene non eccellente, forma psico-fisica. La terza giornata, in programma ieri, è stata, poi, quella che ha consegnato al maiorchino un quinto crono di 1’54″653. Dopo i primi due giorni parecchio complicati, Lorenzo è, dunque, riuscito a salire in cattedra e, se non fosse stato per la rovinosa caduta, avvenuta in un punto veloce del tracciato, la sua prova sarebbe potuta risultare ancora migliore. La nota positiva è stata l’assenza di conseguenze gravi in seguito all’incidente, per uno come lui, reduce da un lungo periodo di stop. Dalle sue parole, in ogni caso, emerge una certa soddisfazione per la prova, nonostante il rammarico per un incidente evitabile.
«Considerato come sia solo il mio terzo giorno da pilota ufficiale Honda, dal momento che a Valencia e Jerez non ero pronto e a Sepang non sono andato, posso ritenermi soddisfatto. In quest’ultima giornata abbiamo fatto passi in avanti notevoli, consapevole che quando raggiungerò la condizione migliore, sarò più veloce». Nessun dubbio sul binomio Lorenzo–Honda: «Gradatamente, siamo riusciti a migliorare un passo alla volta, con interventi mirati ed efficaci, permettendoci di risultare competitivi. Spero di riuscire a dimostrare tutto il mio potenziale, che ci permetterà di stare davanti a tutti». Non poteva mancare, allora, un riferimento al passato, in Ducati: «Se devo essere sincero, mi sono adattato di più alla Honda che alla Ducati allo stesso punto dell’anno scorso. Ho ancora molto da scoprire, ma in Argentina andrà sicuramente meglio e alla terza gara sarò al 100%».
Unica vera nota stonata di questi test in Qatar è stata la rovinosa caduta dell’ultimo minuto, per fortuna senza gravi conseguenze: «Ho avuto una caduta molto forte a causa della bassa temperatura e dell’umidità. Io credo sia necessario parlare con la Direzione Gara, Carmelo Ezpeleta, per cercare di anticipare l’orario, perché in queste condizioni diventa sempre più pericoloso. Sono preoccupato perché se capitasse la gara in una notte fredda, sarà delicato per tutti. Mi ha spaventato un po’ perché stavo facendo un long run, ma sono stato io a fare la scelta sbagliata in quel momento. Mi si è chiuso il davanti e quando ho iniziato a rotolare ho cercato solo di proteggere la mia mano il più possibile».
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