MotoGP

MotoGP, Lorenzo tiene un profilo basso: «Nel 2018 non posso promettere il titolo»

Il maiorchino ha parlato al quotidiano spagnolo Marca del suo rapporto con la Ducati: «E’ una moto speciale ma complicata, io continuerò a lavorare duro»

Jorge Lorenzo è stato per certi versi il personaggio più interessante da seguire in questa stagione 2017, almeno dal punto di vista umano: dopo aver sconfitto Valentino Rossi con la stessa moto e aver vinto 3 titoli mondiali della MotoGP in Yamaha, il numero 99 ha deciso di lasciare la casa di Iwata e la scomodissima convivenza con il Dottore per provare a lasciare il segno laddove il suo ormai ex compagno aveva fallito: in Ducati. L’accoglienza è stata da salvatore della patria, ma si è capito subito che il sogno di portare di nuovo il titolo iridato a Borgo Panigale non era una missione di facile realizzazione. Così Jorge si è in qualche modo rassegnato ad imparare dalle batoste iniziali e a migliorare passo dopo passo, come se fosse un rookie qualsiasi e non un 5 volte iridato, finendo addirittura per fare da ‘spalla’ al suo compagno di team, Andrea Dovizioso, nella corsa al titolo (poi perso) contro Marc Marquez.

Di questa stagione particolare Lorenzo ha voluto parlare ai colleghi di Marca, uno dei principali quotidiani spagnoli: «In realtà me lo aspettavo che questa sarebbe stata una stagione difficile. E’ stato molto importante non perdere la pazienza all’inizio; abbiamo lavorato tanto, non ci siamo persi d’animo e i risultati sono arrivati: da Brno in poi siamo sempre stati tra i più veloci. La Ducati è speciale come moto ma rispetto alla Yamaha, che mi calzava come un anello al dito, è più complicata». Terminato questo 2017 i pensieri sono tutti rivolti al prossimo campionato. Il finale di stagione del Martillo è stato incoraggiante, con 2 podi conquistati nelle ultime 5 gare e diversi piazzamenti nella top 6, ma è ancora troppo presto per dire se sarà abbastanza per provare a rientrare da protagonista nella sfida per il titolo mondiale: «Il prossimo anno continuerò a lavorare duro. Avrò più feeling con la moto e proverò a vincere il titolo, ma non posso promettere di riuscirci. Nessun pilota può essere sicuro di vincere in una categoria difficile come è la MotoGP».

Matteo Senatore

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