MotoGP
MotoGP, il maltempo continua ad essere un nemico del trittico asiatico
Il rischio di questo trittico asiatico per la MotoGP è quello di trovarsi davanti a tre gare bagnate o almeno condizionate dal meteo
«Basta arrivare da qualche parte e inizia a piovere» questo è diventato il mantra di chi frequenta e lavora nel paddock della MotoGP in questo 2017, il Gran Premio d’Australia non sembra voler fare eccezione dato che le previsioni meteorologiche annunciano che durante il weekend qualche acquazzone farà compagnia ai piloti del motomondiale. Di sicuro negli ultimi anni la probabilità di dover fronteggiare gare bagnate, o almeno turni incerti, è repentinamente aumentata rispetto al passato e questo sta costringendo sia le case, sia fornitori di pneumatici, sia i riders a cercare di essere più competitivi in ogni condizione. Accade spesso infatti di iniziare un weekend col bagnato e testare quindi ogni componente con quelle condizioni per poi arrivare la domenica è trovarsi davanti un sole splendente che rimescola le carte, oppure il contrario, scenario che apre al tanto discusso flag tipo flag. Insomma il meteo negli ultimi anni ha deciso di voler essere protagonista in MotoGP, quasi come se osservare le cose dall’alto non gli bastasse più: questo weekend a Phillip Island i piloti oltre al rischio di pioggia dovranno fronteggiare anche il costante vento che da sempre accompagna il suggestivo Gran Premio che si svolge sul mare.
Molto di questo discorso dipende dalla scelta del calendario che costringe ad arrivare in certi stati nel momento più sbagliato, ad esempio il trittico asiatico anche lo scorso anno dovette fronteggiare il maltempo ed in tanti consigliarono di far iniziare il campionato proprio da qui, cambiando completamente il periodo delle gare ma questa opzione non sembra essere praticabile, tanto che anche il calendario provvisorio del 2018, che vedrà anche la Thailandia, sembra lasciare invariate le cose. È difficile cambiare perché ci sono in ballo svariati fattori, si parte dalla regola cardine “non disturbare la Formula1” che ha sempre la precedenza anche nei palinsesti televisivi, alla consuetudine di iniziare nella notte del Qatar, opzione che porta ingenti entrate e far finire il tutto a Valencia, una consuetudine che ormai non viene messa in discussione da molte stagioni. La trasferta asiatica in più è molto dispendiosa a livello organizzativo ed economico ed ecco che il calendario sembra farsi da solo, costringendo però i piloti a correre spesso in condizioni complicate. In questo weekend tutti sperano che il meteo sia clemente e che si possa correre sul tracciato australiano con l’asciutto, possibilmente per tutta la durata della gara. Ma osservando le previsioni, sembra che questa possa diventare una chimera.