MotoGP

MotoGP, Michele Pirro inseguito da Yamaha e Aprilia

Il ducatista è richiesto dalla casa di Iwata che lo vuole come tester per sviluppare la M1 di Rossi e Viñales; interessamento anche da parte di Aprilia

Mai come negli ultimi anni in MotoGP sta assumendo un valore fondamentale il ruolo del test rider, il pilota di prova che deve sviluppare la moto e cercare di migliorarla tramite la sua sensibilità e le indicazioni che fornisce al team. Specialmente con le limitazioni ai test del periodo attuale riuscire a sfruttare al meglio le poche giornate che si hanno a disposizione diventa cruciale per essere il più possibile competitivi. Per questo motivo uno dei piloti più ricercati del momento dalle varie squadre è Michele Pirro, il pilota di prova della Ducati, sceso in pista quest’anno anche nelle gare italiane del Mugello e di Misano come wildcard. Nello sviluppo della Desmosedici il suo ruolo è stato cruciale in questi anni, così come per la Panigale V4. Inoltre in questa stagione Pirro è stato di fatto un coach aggiunto per Jorge Lorenzo, aiutando il campione spagnolo in ogni modo nel difficile periodo di adattamento al mondo Ducati.

E’ chiaro che un ‘uomo-squadra’ di questo livello faccia gola a molte case ufficiali, prima fra tutte la Yamaha, che di fatto non ha a disposizione un vero e proprio pilota per i test: Nakasuga è troppo lento e lo stesso Rossi ha espresso chiaramente la necessità di avere per il 2018 una terza moto factory, o con un terzo pilota oppure affidandola al team Tech 3, magari con Zarco. In questo senso l’idea di far entrare Pirro nel team sarebbe perfetta. Lo stesso pensiero ce l’ha l’altro team italiano del Motomondiale, l’Aprilia, che ha bussato lei pure alla porta del trentunenne pilota di San Giovanni Rotondo. A Borgo Panigale però di certo non voglio privarsi di Pirro, che ha un contratto fino al 2020: «Posso immaginare che i nostri concorrenti siano interessati a Michele» ha spiegato il direttore sportivo Paolo Ciabatti durante il weekend australiano al sito Speedweek.com «ma è sotto contratto con noi fino alla fine del 2020 e chiunque voglia portarcelo via dovrà pagare una somma molto cospicua». Insomma in Ducati hanno le idee molto chiare e vogliono tenersi stretto il collaudatore più richiesto del momento.

Matteo Senatore

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